02/06/15

Io, domatore di me stesso…

Io, domatore di me stesso…

Aveva già tutte le rughe del tempo, quando lo incontrai per la prima volta. Si lamentava del fatto che aveva molto da fare. Gli chiesi come fosse possibile che avesse così tanto lavoro, nella sua solitudine…

-Devo domare due falchi, allenare due aquile, mantenere calmi due conigli, stare attento a un serpente, caricare un asino e dominare un leone! – egli disse.

-Non vedo nessun animale vicino a dove lei vive. Dove stanno?

Egli spiegò:
-Tutti gli uomini hanno questi animali!

I due falchi si lanciano su tutto ciò che vedono, sia buono o cattivo. Devo domarli affinché fissino una buona preda:
 Sono i miei OCCHI!

Le due aquile feriscono e distruggono con i loro artigli. Devo allenarle affinché siano utili senza ferire:
 Sono le mie MANI!

I due conigli vogliono andare dove gli pare. Fuggendo da tutti e scansando le difficoltà, devo insegnargli a stare calmi, anche se è doloroso, fastidioso e spiacevole: 
Sono i miei PIEDI!

La cosa più difficile è stare attento al serpente. Nonostante sia intrappolato in una gabbia di 32 sbarre, se si apre la gabbia, è sempre pronto a mordere e ad avvelenare chi lo circonda. Se non lo tengo sotto controllo, fa danni:
E’ la mia LINGUA!

L’asino è molto ostinato, non vuole fare il suo dovere. Dice di essere stanco e si rifiuta di portare il carico di tutti i giorni:
E’ il mio CORPO!

Infine, devo dominare il leone…
Lui vuole essere sempre il Re, il più importante. E’ vanitoso e orgoglioso:
 E’ il mio CUORE!

Collaborazione: Vescovo Marcio Carotti

http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/

Quando capisci che devi cambiare

Quando capisci che devi cambiare

Nel corso delle nostre vite, passiamo delle esperienze che ci modellano – o per lo meno provano a modellarci. Se siamo cechi e sordi a ciò che ogni esperienza ci insegna, il nostro carattere non può essere modellato. Questo è il problema che molti di noi ci portiamo dietro: la resistenza al cambiamento. Il nostro cuore umano è così pieno di sé stesso, così convinto che sa fare meglio, che non sbaglia mai, molte volte, non impariamo le lezioni contenute in un’esperienza.

Quando finalmente ce ne rendiamo conto; quando ci svegliamo davanti al fatto che STIAMO sbagliando, possiamo reagire in un altro modo:

-Possiamo svegliarci e imparare umilmente la nostra lezione;

-Possiamo essere ostinati e mantenere il nostro orgoglio.

La prima opzione significa che impariamo e cresciamo; la seconda, che ci fa diventare così tanto orgogliosi che non possiamo imparare niente di nuovo.

“A essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente…” dice l’apostolo Paolo in Efesini 4.23. Poche, ma profonde parole.

La nostra mente ha bisogno di essere rinnovata. Ne ha bisogno, perché invecchia. Con il passare degli anni, se non attualizziamo lo spirito della nostra mente, diventiamo spiritualmente e mentalmente vecchi. Vecchie idee, vecchie maniere, resistenza al cambiamento.
Smettiamo di crescere. Veniamo lasciati indietro. Menti più giovani (e attuali) cominciano a passarci davanti. E diventiamo una noiosa, amara e risentita caricatura di ciò che eravamo. A quel punto diamo la colpa al mondo che è cambiato.

“Il cambiamento è difficile, ma quasi sempre essenziale alla sopravvivenza.”
– Les Brown

Allora, la prossima volta che le tue idee o convinzioni attuali vengono sfidate da altre migliori e diverse, non essere orgoglioso. Vai avanti e cambia.

E’ per il tuo bene.

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