Tu sei esperto in qualcosa?
Esiste un versetto che rivela un po’ riguardo al motivo che ha indotto Esaù ad aprire la mano dal suo diritto di primogenitura, spiegando così, la differenza tra gli “Esaù” e i “Giacobbe” che esistono nel mondo … in quale ti inquadrerai?
“I due fanciulli crebbero ed Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che viveva nelle tende.”
Gn 25:27
In primo luogo, iniziamo a comprendere il significato della parola “esperto”: un esperto in qualcosa è qualcuno che ha una grande conoscenza in una determinata area, è abile, dotto. Ma, diventare un esperto, non avviene da un giorno all'altro, molto meno per essere un hobby.
Perché qualcuno diventi un esperto in qualcosa, sono necessari molti sforzi, dedizione, ore, giorni, mesi, anni di impegno. Questo era il caso di Esaù! Prova a immaginare… in quell'epoca, perché qualcuno potesse andare a caccia, doveva camminare un bel po’, andare lontano, restare giorni senza tornare a casa per portare qualcosa che ne fosse valsa la pena. Di sicuro, tutto questo rappresentava un sacrificio per Esaù, perché doveva restare lontano dalle comodità di casa sua, senza i piatti di sua madre …
Quando ritornava, tutti si rallegravano perché tornava sano e salvo, e lui a sua volta, felice di essere tornato e, sicuramente esausto, volendo soltanto riposare per recuperare le forze e, dopo un giorno, uscire nuovamente da casa per andare a caccia. Puoi comprendere che lui diventò un “esperto” di caccia. Commise errori, ci furono volte che tornò senza nulla, soltanto con il sentimento di frustrazione e la voglia di tornare per dimostrare che era capace.
E Giacobbe?
In cosa diventò esperto?
In nulla!
Lui viveva nelle tende. Mentre suo fratello si dedicava alla caccia, lui restava ad apprendere a come amministrare, fare attenzione ai dettagli e, certamente, ascoltare tutto ciò che suo padre e, soprattutto sua madre, gli raccontavano su suo nonno, Abraamo: di come aveva obbedito alla Voce di Dio quando fu chiamato lasciando tutto per Lui…
Delle molte prove che passò… Di quando era disposto a sacrificare suo figlio per obbedienza a Dio e Lui che giurò di benedirlo…
Che Isacco suo padre, ricevette la benedizione da suo nonno …
Immagina come Giacobbe ricevesse tutto questo, che cosa provocavano in lui queste parole, la forza delle stesse nel suo spirito. La voglia di avere quella benedizione, sarà aumentata ogni giorno di più!
La sua visione sarà stato ogni giorno di più in ciò che non è visibile (Benedizione) che in ciò che è visibile (eredità materiale di suo padre).
Esaù si dedicava alla caccia e, aveva poco tempo da dedicare all'ascolto per quanto concerne la Fede, l’Obbedienza, Sacrificio …
Gli “Esaù” di oggi sono giustamente coloro che vedono soltanto ciò che è materiale, sono persone di fede, credono in Dio, ma tutto il tempo che hanno lo dedicano per migliorare il loro livello di vita, acquisire beni materiali, fare nuovi corsi, amministrare la loro azienda…
Finendo esausti di tutto questo, senza avere neanche il tempo per pregare (e quando lo fanno, è una preghiera “veloce”, perché “Dio sa già tutto”), non hanno iniziativa per meditare nella Bibbia (“leggono” soltanto quando sono in Chiesa e ascoltano la predica), e quando vengono in Chiesa, è soltanto per lamentarsi con Dio sulla loro situazione, per chiedere una risposta urgente, per chiedere la cura, la liberazione, un impiego …
I “Giacobbe”, sono tutti coloro che, nonostante necessitano migliorare molte cose nella loro vita (poiché hanno bisogno di salute, di un impiego, di clienti, di una casa, di macchine, famiglia felice, realizzazione sentimentale…), cercano di “vivere nelle tende”, ossia, hanno gli occhi e la loro attenzione rivolti per ciò che proviene dallo Spirito Santo, ciò che non si vede, ma che è Eterno, che hanno sete della Parola di Verità, il cui piacere è nell'Obbedire al Signore della loro Anima.
Rifletti insieme a me, tu sei diventato un “esperto cacciatore” o hai “vissuto in tende”?
Dio è con te e anch'io!
Vescovo Julio Freitas.