08/02/14
La Parola di Dio è il seme di Dio
"Siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della Parola di Dio, vivente e che dura in eterno" (1 Pietro 1:23).
Durante una campagna archeologica in Egitto, hanno trovato in una stanza di una piramide delle offerte che dovevano accompagnare il faraone defunto. C'era anche una ciotola piena di grano... di 4.000 anni fa!
Gli archeologi pensavano che fosse ormai sterile, ma vollero provare lo stesso a seminarlo. Qualche giorno di ansia e poi...: un filo d'erba, uno stelo, una spiga e, infine, il grano.
La Parola di Dio è il seme di Dio che viene seminato nel cuore dei credente, ho l'assoluta certezza che germoglierà, che darà il suo frutto.
“Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!” (Marco 4,23)
Dio stesso dice in Isaia 55:10-11
"Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver innaffiata la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in modo da dare il seme al seminatore e pane da mangiare; così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l'ho mandata".
Il seme ha quella potenzialità in se di rigenerarsi.
La regola che è valida per la natura è anche valida nel campo dello spirito, con la differenza che, mentre la natura ha una fine, le realtà spirituali si protraggono per l'eternità.
Quando il cuore dell'uomo (il campo) che ha ricevuto la Parola di Dio si predispone all'ascolto, accogliendola con sincerità e semplicità, allora germoglia manifestandosi nella propria vita, prima come credente e poi come discepolo e servitore, maturando il suo frutto a suo tempo e che durerà per l'eternità.
"Chi ha orecchi da udire oda." (Matteo 13:9)
Una storia che fa riflettere: In Falegnameria.
In Falegnameria.
Gli utensili del Falegname tennero una riunione presieduta dal fratello Martello.
L'assemblea aveva informato quest'ultimo che avrebbe dovuto lasciare il suo posto perché faceva troppo rumore.
Ma egli obiettò:
"Se bisogna che io lasci il laboratorio, allora anche il fratello Punteruolo dovrà andarsene; è così insignificante, e non svolge nessun compito particolare."
Il fratello Punteruolo si alzò e disse:
"D'accordo!
Ma allora che dire del fratello Bullone?
Bisogna sempre girarlo e rigirarlo per farlo stare al suo posto. "
Il fratello Bullone rispose:
"Se lo desiderate tutti, io me ne andrò, ma bisognerà che il fratello Pialla abbandoni le sue attività. Dopotutto egli svolge solo un lavoro superficiale; non c'è nessuna profondità nella sua opera."
Il fratello Pialla aggiunse subito:
"È ovvio che anche il fratello Squadra deve dare le sue dimissioni, perché misura gli altri come se fosse il solo ad avere ragione.
Il fratello Squadra, innervosito, si lamentò allora del fratello Cartavetrata dicendo:
Il fratello Cartavetrata è troppo rude; non fa altro che irritare gli altri. "
Mentre la discussione si faceva accesa, il Falegname di Nazareth entrò nel laboratorio.
Veniva per svolgere il suo lavoro giornaliero.
Indossò il suo grembiule e si accostò al banco di lavoro per terminare un leggio.
Si servì di alcuni bulloni, del punteruolo, della cartavetrata, del martello, della pialla e di molti altri utensili.
Terminata la giornata di lavoro, il fratello Martello si alzò e prese la parola:
"Fratelli, mi rendo conto che noi tutti siamo collaboratori di Dio per la sua opera. Il Maestro non si è servito oggi di tutti noi?
Che il Signore ci guardi dal disprezzare gli altri fratelli, strumenti nelle Sue mani; ognuno di noi ha la sua utilità e porta il suo contributo per la realizzazione di un grande progetto"
I servi del Signore
"Abbiate tra di voi un medesimo sentimento; non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili; non vi stimate saggi da voi stessi" (Romani 12:16)
Quante volte facciamo come questi utensili: accusiamo l'uno o l'altro perché non fa le cose come le faremmo noi!
Certo, le accuse reciproche dei vari utensili non erano prive di fondamento, tuttavia il Falegname si servì di ciascuno di loro, e in nessun caso uno solo di essi fu impiegato in esclusiva per svolgere tutto il lavoro.
Che il Signore ci guardi dal disprezzare gli altri fratelli e sorelle, strumenti nelle Sue mani.
Ognuno di noi ha la sua utilità e porta il suo contributo al grande progetto di edificazione della Casa di Dio, la sua Chiesa.
"...ne colui che pianta ne colui che annaffia sono alcun che, ma Dio che fa crescere è tutto. Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica, poiché noi siamo collaboratori di Dio..."
(1 Corinzi 3:7-8).
(1 Corinzi 3:7-8).
Salmi 73:25-27
"Chi ho io in cielo fuor di te? E sulla terra io non desidero altri che te"
(Salmi 73:25-27)
(Salmi 73:25-27)
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