Abraham Lincoln nacque nello stato del Kentucky, nel sud degli Stati Uniti. Figlio di agricoltori, doveva lottare per sopravvivere, con tanti sforzi per riuscire a studiare, visto che lavorava in una fattoria.
Lincoln trascorse otto anni nell’Assemblea Legislativa dello stato dell’Illinois, a nord del paese, ed esercitò la professione d’avvocato per molti anni all’interno dei tribunali.
Nel 1858, Lincoln concorse contro Stephen A. Douglas per il Senato. Perse però all’elezioni. Ma, pur durante la sconfitta, non si perse d’animo. Poiché, a pesare la perdita, il duello con Douglas gli fece guadagnare la reputazione nazionale che gli valse l’indicazione Repubblicana per la disputa presidenziale, nel 1860, quando vinse, a causa della crisi esistente tra nord e sud in merito alla schiavitù (il nord era contrario, ed il sud, a favore).
Come presidente, trasformò il Partito Repubblicano in una forte organizzazione nazionale, attraendo
democratici del nord a favore dell’unione.
Il 1° Gennaio del 1863, divulgò la Proclamazione d’Emancipazione, che dichiarava la liberazione degli schiavi.
Vinse le rielezioni del 1864, in quanto i trionfi militari dell’Unione annunciavano la fine della guerra. Nei piani per la pace, il presidente era flessibile e generoso, incoraggiando i sudisti ad abbassare le armi e ad unirsi all’Unione.
Lo spirito che lo guidava era chiaramente quello del secondo discorso inaugurale, attualmente affisso in una parete del Memoriale di Lincoln in Washington, DC:”Senza malizia contro nessuno; con carità verso tutti; con fermezza nella correttezza, che Dio ci permetta di vedere il giusto, ci permetta di lottare per concludere il lavoro che abbiamo cominciato; per chiudere le ferite della nazione”.
In Abraham Lincoln c’era lo spirito determinato che lo fece arrivare al top del mondo ed essere ricordato sino ad oggi da miliardi di persone.