19/11/14

Sembrava impossibile cambiare


Segnata da un trauma della mia infanzia, quando fui violentata all’età di 9 anni da un amico di mio padre, crebbi depressa e con un odio profondo per tutti, soprattutto per gli uomini, perché, mi aspettavo che un giorno qualcuno vi avrebbe sempre fatto male..

Pensando a questo timore, insistetti nel fare amicizie, però sempre sospettosa, al fine di facilitare i miei complessi e dimenticare un po’ del mio dolore. Fu lì che, al compimento dei 16 anni, mi presentarono la marijuana. In primo acchito dissi no, perché avevo paura del male che poteva causarmi, però, percepivo che in verità la mia vita, non andava bene già da molti anni, e che il “basilare” non avrebbe fatto alcuna differenza, così ci andai di testa. Presto, non soddisfatta, mi diedi alla cocaina.

Vescovo, è sempre così, quanto più la persona ha, più vuole. Quanto più prova, più cerca avventure.unnamed-19

In sequenza venne il crack, questo fu il più terribile; mi schiavizzò in tal modo che tutti i giorni non era sufficiente. Già arresa, e in un certo qual modo “felice” per mantenermi momentaneamente sconnessa dai miei traumi, arrivarono gli alcolici portando nuove amiche e, tra queste nuove amiche, il risveglio del desiderio delle donne. Pensai: “L’uomo è una droga, ma la donna è la mia fantasia!”

Decisi di coinvolgermi con una qui, un’altra lì, mentre il mio modo effeminato esteriore un po’ per volta andò essendo sostituito da quello maschile. Cambiai il mio abbigliamento, comportamento, il parlare e,ben presto, mi convinsi letteralmente, di essere un uomo.

Quella era una pazzia per me. Per la prima volta, mi sentii “meglio” ed era incredibile come attraevo le donne. La mia famiglia rimase scioccata dal mio cambiamento e subito pensò che stessi diventando pazza. Mi ricoverarono due volte in centri psichiatrici, ma non risolsero nulla. Poi fu, la volta del centro di recupero e, ancora una volta niente.

In una delle mie avventure, conobbi una donna per la quale provai una passione senza misura. Così andai via di casa e, andammo a vivere insieme. Questa relazione durò circa 15 anni, fino a quando scoprii che lei mi stava tradendo. Mi disperai, quel trauma che era addormentato riaffiorò in un attimo.

Vescovo, non serve, è come lei stesso insegna: Non serve a nulla lottare contro la causa se non si vince il provocatore! Questo mi fece soffrire ancora molto. Il mio mondo crollò e pensai perfino che fosse la mia fine. Nel pensare alla mia delusione, decisi di vendicarmi ripagandola con la stessa moneta. Trovai subito un tizio e, come se non bastasse, decisi di restare incinta di lui. Ero talmente cieca che sentii più disgusto in quel rapporto che nella mia convivenza con lei. Fu la mia unica esperienza con uomini.

Devastata da tutta questa situazione, decisi di cercare aiuto per mezzo di un invito che ricevetti per conoscere l’Universale. Non ci pensai due volte. Alla prima riunione al quale partecipai, mi ricordo che ciò che attrasse la mia attenzione fu una rappresentazione teatrale che stavano inscenando in quel giorno. Sembrava che stavano narrando la mia vita e mostravano come potevo esser felice veramente. Cercai aiuto dal pastore che, prontamente, si mise a disposizione per seguirmi. Rapidamente, decisi di cambiare, i immediatamente abbandonai la mia omosessualità, tornai in famiglia. Cambiai abbigliamento, le mie abitudini, le mie poche amicizie, partecipando fedelmente alle riunioni di liberazione. Vinsi i miei traumi, i vizi e oggi dico con fierezza che sono una nuova donna, collaboratrice, sposata con un uomo meraviglioso che mostra tutti i giorni come farmi felice.

Lindinalva - Rio de Janeiro

Blog: Vescovo Macedo
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