30/11/09

Ditelo prima!


Lui era un omone robusto, dalla voce tonante e i modi bruschi.
Lei era una donna dolce e delicata, siano sposati.
Lui non le faceva mancare nulla, lei accudiva la casa ed educava i figli.
I figli crebbero, si sposarono, se ne andarono.
Una storia come tante.
Ma, quando tutti i figli furono sistemati, la donna perse il sorriso, divenne sempre più esile,
non riusciva più a mangiare e in breve non si alzò più dal letto.
Preoccupato, il marito la fece ricoverare in ospedale.
Vennero al suo capezzale medici e specialisti famosi.
Nessuno riusciva a scoprire il genere di malattia.
Scuotevano la testa e dicevano:
"-Mah!".
L'ultimo specialista prese da parte l'omone e gli disse:
"-Direi semplicemente che sua moglie non ha più voglia di vivere!".
Senza dire una parola, l'omone si sedette accanto al letto della moglie e le prese la mano.
Una manina sottile che scomparve nella manona dell'uomo.
Poi, con la sua voce tonante, disse deciso:
"-Tu non morirai!".
"-Perché?",
chiese lei, in un soffio lieve.
"-Perché io ho bisogno di te!".
"-E perché non me l'hai detto prima?"
Da quel momento la donna cominciò a migliorare.
E oggi sta benissimo.
Mentre medici e specialisti continuano a chiedersi che razza di malattia
avesse e quale straordinaria medicina l'avesse fatta guarire così in fretta.
Non aspettare mai domani per dire a qualcuno che l'ami.
Fallo subito.
Non pensare:
"-Ma, mia madre, mio figlio, mia moglie lo sa già".
Forse lo sa.
Ma tu ti stancheresti mai di sentirtelo ripetere?
Non guardare l'ora, prendi il telefono:
"-Sono io, voglio dirti che ti voglio bene".
Stringi la mano della persona che ami e dillo:
"-Ho bisogno di te!
Ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene".
L'amore è la vita.
Vi è una terra dei morti e una terra dei vivi.
Chi li distingue è l'amore.

29/11/09

La farfalla

Un uomo trovò il bozzolo di una farfalla.
Un giorno apparì una piccola apertura. Si sedette e guardò per diverse ore la farfalla mentre lottava per far passare il suo corpo attraverso quel piccolo buco.
Poi sembrò che non facesse più alcun progresso.
Appariva come se fosse uscita per il massimo che poteva e non potesse avanzare ulteriormente.
Così l'uomo decise di aiutare la farfalla,
prese un paio di forbici e divise in due la parte del bozzolo ancora chiusa.
La farfalla ne emerse facilmente, ma aveva un corpogonfio e piccole ali avvizzite.
L'uomo continuò a guardare la farfalla, perché si aspettava che, da un momento all'altro, le ali si sarebbero ingrandite ed espanse in modo tale da essere in grado di sorreggere il corpo,
chesi sarebbe, nel frattempo, sgonfiato. Non successe niente!
Di fatto la farfalla impiegò il resto della sua vita trascinandosi intorno, con un corpo gonfio e ali avvizzite. Non fu mai capace di volare.
Quello che l'uomo, nella sua precipitosa gentilezza nonaveva capito, fu che la ristrettezza del bozzolo e la lotta richiesta alla farfalla per uscire da quella piccola
apertura erano indispensabili affinché potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali.
La natura le aveva assegnato questa forma per potersi sviluppare ed essere in grado di volare, una volta cheavesse guadagnato la libertà, fuori dal bozzolo.
Molte volte gli sforzi che dobbiamo fare, rappresentano esattamente ciò che è necessario affrontare per affermarci nella nostra esistenza,
Se non incontriamo ostacoli, non avremmo la possibilità di diventare
forti come invece siamo.
E non potremmo mai volare!

27/11/09

Una parabola: l'aquila (di Antony de Mello )


Un giorno un contadino fece una curiosa scoperta:
-nel suo campo era caduto un aquilotto da chissà quale nido e si era perso.
Impietositosi l'uomo decise di prendersene cura e lo portò con sè,
consegnandolo alle cure delle galline del suo pollaio che lo crebbero con gli altri pulcini.
I giorni passavano e l'aquila,ignara di essere un'aquila,
cresceva convinta di essere una vera gallina, forse un pò più grande,
più robusta,ma era e si sentiva parte di quel pollaio in cui era vissuta.
Amava lo stesso granone e lo scorazzare nell'aia insieme alle altre. ma un giorno passò da quelle
parti uno scienziato che si stupì nel vedere qell'insolita scena:un'aquila in un pollaio.
Chiese al contadino di liberarla e di renderle giustizia richiamandola alla sua dignità.
Ma l'uomo rispose che ci provasse lui se era bravo,dal momento che ci aveva provato più volte,ma aveva sempre fallito.
Lo scienziato allora decise di mettere a servizio della libertà dell'aquila tutte le sue conoscenze.
La prese e la portò sul tetto del pollaio,e le gridò:
"-Vola,tu sei un'aquila".
Ma l'aquila era attratta dalla gara che facevano gli altri pennuti sull'aia alla conquista
del granone e così decise che era meglio scendere subito a prendere la sua parte.
Per la seconda volta lo scienziato la portò su un ramo altissimo e le gridò:
"-Vola,tu sei un'aquila!".
Ma le amiche galline la chiamavano e l'aquila non seppe resistere a quel richiamo,
così ancora una volta decise che la cosa migliore era ritornare nel pollaio.
Infine lo scienziato decise di tentare l'ultima possibilità:la prese e la portò sul più alto monte, la lasciò sola di fronte al sole e le gridò:
"-Vola,tu devi volare, la tua dignità è volare.
Tu non sei una gallina, tu sei un'aquila!".
E sola, come quando l'uomo è solo con il suo dolore o di fronte al dolore, l'aquila decise di volare.
le sembrò la cosa più bella da fare e si rammaricò di non faerlo fatto prima.
le sembrarono così distanti e così improprie, per lei aquila,
le ore trascorse con le galline.
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l'ostrica e la perla


Disse un'ostrica a una vicina:
"-Ho veramente un gran dolore dentro di me.
È qualcosa di pesante e di tondo, e sono stremata."
Rispose l'altra con borioso compiacimento:
"-Sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolori in me.
Sto bene e sono sana sia dentro che fuori."
Passava in quel momento un granchio e udì le due ostriche,
e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori:
"-Sì, tu stai bene e sei sana, ma il dolore che la tua vicina porta dentro
di sé è una perla di straordinaria bellezza."

25/11/09

I due lupi. ( Storia Apache)


Una sera un uomo anziano confidò al suo giovane nipote
la storia di una battaglia che si combatteva all'interno del suo cuore:
"- Egli disse loro: “Dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile fra due lupi.
-Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l’invidia, il dolore, il rimorso, l’avidità, l’arroganza,
l’autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso d’inferiorità,
il mentire, la vanagloria, la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo.
-L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l’amore, la speranza, il condividere, la serenità,
l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione, la generosità, la sincerità e la fiducia."
La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e anche dentro ogni altra persona.”
Poi uno di essi chiese:“-Quale dei due vincerà?”
L’anziano rispose semplicemente:: “-Quello che nutri. "

24/11/09

Il muro

In un deserto aspro e roccioso vivevano due eremiti.
Avevano trovato due grotte che si spalancavano vicine,una di fronte all'altra.
Dopo anni di preghiere e feroci mortificazioni,
uno dei due eremiti era convinto di essere arrivato alla perfezione.
L'altro era un uomo altrettanto pio, ma anche buono e indulgente.
Si fermava a conversare con i rari pellegrini,
confortava e ospitava coloro che si erano persi e coloroche fuggivano.
"Tutto tempo sottratto alla meditazione e alla preghiera" pensava il primo eremita.
Che disapprovava le frequenti, anche se minuscole , mancanze dell'altro.
Per fargli capire in modo visibile quanto fosse ancora lontano dalla santità,
decise di posare una pietra all'imboccatura
della propria grotta ogni volta che l'altrocommetteva una colpa.
Dopo qualche mese davanti alla grotta c'era un muro dipietre grigio e soffocante.
E lui era murato dentro.
Talvolta intorno al cuore costruiamo dei muri con le piccole pietre quotidiane dei risentimenti,
le ripicche, i silenzi, le questioni irrisolte, le imbronciature.
Il nostro compito più importante è impedire che si formino muri intorno al nostro cuore.
E sopratutto cercare di non diventare
"-una pietra inpiù nei muri degli altri. "
(Bruno Ferrero)

La scatola

La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni
per la perdita di un oggetto di valore edil denaro in quel periodo era poco.

Era il periodo di Natale, la mattina successiva la bambina

portò un regalo e disse: "Papà è per te".

Il padre era visibilmente imbarazzato, ma la sua arrabbiatura aumentò quando,

aprendo la scatola, videche dentro non c'era nulla.

Disse in modo brusco: "Non lo sai che quando si fa un regalo,

si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?".

La bimba lo guardò dal basso verso l'alto e con le lacrime agli occhi disse:

"Papà,... non è vuoto.

Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo".

Il padre si sentì annientato. Si in ginocchiò e mi se le braccia al collo

della sua bimba e le chiese perdono.

Passò del tempo e una disgrazia portò via la bambina.

Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre lascatola vicino al suo letto

e quando si sentiva a scoraggiato o in difficoltà,

apriva la scatola e tirava fuori un bacio immaginario ricordando l'amore

che la bambina ci aveva messo dentro.

- Ognuno di noi ha una scatola piena di baci e amore

incondizionato, dei nostri figli, degli amici e soprattutto di Dio.

Non ci sono cose più importanti che si possano possedere!

13/11/09

La speranza ( dal web)

"Questa è la storia di quattro candele che, bruciando, si consumavano lentamente.
Bruciavano e si consumavano inutilmente perchè, dicevano loro, "nessuno si cura di noi,
nessuno approfitta della nostra luce e del nostro calore.
" Così si espresse la prima candela: "Io sono la Pace, gli uomini non riescono a mantenermi,
penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi".
Così fu e a poco a poco la candela si spense.
Anche la seconda candela , vedendo spenta la prima, a poco a poco si lasciò prendere dallo sconforto e disse:" Io sono la Fede, purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me e perciò non ho motivo che resti accesa.
Una leggera brezza soffiò su di lei e si spense.
Triste e sconsolata la terza candela a sua volta disse:"Io sono l'Amore.
Non ho forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.
Essi odiano perfino coloro che più li amano: i loro familiari".
E senza attendere oltre la candela si lasciò spengere.
Inaspettatamente un bimbo in quel momento entrònella stanza e vide le tre candele spente.
Impaurito per la semioscurità, disse: "Ma cosa fate!
Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio".
E così dicendo scoppiò a piangere.
Allora la quarta candela, impietosita, disse:" Non temere, non piangere:finchè io sarò accesa potremo sempre riaccendere le altre candele.
Io sono la Speranza!"
Con gli occhi gonfi e lucidi di lacrime,il bimbo prese la candela della speranza
e riaccese tutte le altre

l'asino


Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo.
Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne.
L'asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi.
Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l'asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo.
Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l'animale dal pozzo.
Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l'asino.
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo.
L'asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l'asino rimase quieto.
Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide.
Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l'asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra.In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l'asino riuscì ad arrivare fino all'imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando.
La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra.
Principalmente se sarai dentro un pozzo.
Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra.
Ricorda le cinque regole per essere felice:
1-Dobbiamo perdonare e non nutrire più rabbia per l'offesa ricevuta e perdonare l'offensore, (con l’aiuto di Dio è possibile perdonare e non provare risentimento)
2- Deve aver la mente libera da preoccupazioni.( Dio è l' aiuto sempre presente)
3- Semplifica la tua vita. (Vivere è un atto di fede, mica un peso)
4- Aiuta chi ha bisogno di te « Ama il prossimo tuo come te stesso » (Mt 19,16-19).
5- Dobbiamo amare e soprattutto rispettare il nostro simile
la terra che ti tirano addosso,  può costituire la soluzione e non il problema.
Abbi fede in Dio e non dubitare mai!

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