04/06/14

Da spacciatore all’Altare.


Sono cresciuto vedendo mio padre rientrare ubriaco e litigare con tutti in casa, per questo motivo, preferivo, di più stare per strada che in casa, poiché tutta quella situazione mi lasciava molto arrabbiato. La confusione era divenuta un’abitudine in famiglia sin da quando ero piccolo.

Pur sapendo degli effetti devastatori del consumo dell’alcool, a 12 anni provai gli alcolici per la prima volta. Crebbi con una rivolta dentro di me. Mi sentivo felice quando stavo in strada e immaginavo come sarebbe stato quando sarei tornato a casa, poiché sapevo che avrei assistito a delle discussioni e litigi. Nonostante vedevo
Il frastuono che l’alcool provocava in casa, decisi di bere anch’io.

Il desiderio di vivere esperienze più forti, fece si che io passassi dall’alcool alle droghe. Iniziai usando marijuana, ma quando questa non mi dava più l’effetto desiderato, passai a usare la cocaina. Da quel momento iniziai a sprofondare nel mondo del crimine.

Il bambino che prima assisteva alla confusione dei genitori era passato a essere il motivo del disaccordo in casa. E l’odio soltanto aumentava.
Arriva al punto di desiderare di uccidere mio padre! Gli puntai l’arma contro, ma non riuscii a premere il grilletto.

La mia discesa nella malavita fu molto rapida, ancora adolescente comandavo un punto di spaccio di droghe nel quartiere in cui abitavo. Possedevo diverse armi e il guardaroba era il nascondiglio dell’arsenale. Questo mi faceva sentire fortissimo! Ma quando mi sdraiavo per dormire, i complessi tornavano a galla.
Vivevo il dilemma d’essere rispettato per il potere che avevo e la frustrazione per non essere ben accetto come piaceva a me.

Fui vittima di un tentato omicidio da parte di un trafficante rivale, ma l’arma non sparò, così riuscii a scappare illeso. In un altro momento, cinque uomini mi si avvicinarono per porre fine alla mia vita e a quella di un collega. I teppisti non ci vedevano, pur restando uno di fronte all’altro. E lì vidi la mano di Dio proteggendomi! Mia madre già cercava per me in chiesa, ma neanche così io mi arrendevo.

Anche la mia vita sentimentale era abbastanza conturbata, non riuscivo a trovare la persona giusta e per questo soffrivo molto.

Gli anni passavano e nulla cambiava nella mia vita. Vidi molti colleghi morire, ma anche così, non cambiavo la mia condotta.

Fino a quando decisi di andare all’Universale. Giunsi lì drogato, senza prospettive. Per me, io non avevo più alcuna speranza. Senza una professione, mi vedevo triste e screditato. Non vedevo alcuna via d’uscita per la mia vita.
All’Universale ricevetti un trattamento differente. Le persone mi ricevettero bene, mi rispettavano, loro dimostravano di credere nel mio potenziale.

A partire da quel momento, iniziai a dare i miei primi passi in direzione di Dio. All’improvviso, mi vidi annoiato dalle droghe e cercavo ardentemente l’incontro con Dio. E quando ebbi questo incontro, passai a vivere la nuova vita. MI liberai definitivamente dalle droghe e dal crimine, fui libero dai complessi, rancore e diventai un nuovo uomo. Oggi ho una vita trasformata, sono sposato e pastore dell’Universale, aiuto le persone che vivono una vita come io ho vissuto, al fine che anche loro possano liberarsi e avere l’opportunità di una nuova vita.

Rafael Moura

Blog: Vescovo Macedo 

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