29/05/13

Figlia mia, vuoi un po' di dolce?



Figlia mia, vuoi un po' di dolce? 

Un giorno, una ragazza andò in cucina per parlare con sua madre lamentandosi che nella vita tutto sembrava andare storto: la scuola, nonostante ce la mettesse tutta, non andava come avrebbe voluto; il ragazzo, che segretamente amava, non aveva attenzioni che per un'altra; la sua migliore amica stava per trasferirsi in una città lontana e ultimamente le sue amicizie erano...  
Beh, lasciamo perdere! 
E Dio nel frattempo cosa faceva? 

La mamma, durante tutto il discorso ascoltò in silenzio la figlia. Quando la ragazza ebbe finito di parlare la madre le disse: 
"- Figlia mia, vuoi un po' di dolce?", 
"- Certamente mamma! 
Vado pazza per i tuoi dolci!". 

Allora la madre prese un bicchiere, ci versò dentro una dose di olio di semi, poi versò in una ciotola della farina, prese due uova dal frigo, del lievito, e un paio di scorze di limone. E disse: "-Ecco il tuo dolce, spero ti piaccia!". 
La figlia, sbigottita e disgustata, le rispose:
 "- Ma mamma, ma sei impazzita? 
Queste cose non sono il dolce!

La mamma continuò: "- Cara figlia mia, certo, tutte queste cose, prese da sole, non sono affatto il dolce e prese da sole non sono nemmeno invitanti! 
Ma quando qualcuno le mette insieme, nel modo giusto e con esperienza, dopo il tempo di cottura adeguato, danno vita ad un dolce squisito! 
Vedi, Dio lavora come una madre che prepara con amore un dolce delizioso per i suoi figli. Questi si chiedono come possono un uovo crudo, un pò di zucchero, una scorza di limone, un bicchiere d'olio, un po' di farina, mescolati insieme, diventare un cibo così squisito, ma la mamma li sorprende ogni volta! 
Allo stesso modo ognuno di noi si chiede molte volte perché Dio ci lascia andare attraverso esperienze molto dolorose e tempi molto difficili, ma Dio sa che quando lui cucinerà tutte queste cose insieme, attraverso la sua ricetta e nei suoi modi, il risultato sarà sempre qualcosa di straordinario per i suoi amati figli e figlie. Noi non dobbiamo fare altro che autorizzarlo a prendere gli "ingredienti" della nostra vita, "impastarli" e "cuocerli" come solo lui sa"fare". Perchè lui sa trasformare ogni male in un bene. 

La figlia sorrise soddisfatta e non soltanto perchè il dolce era molto buono...      
Dio sa trasformare ogni male in un bene e tutto concorre al bene di coloro che Dio ama e che si lasciano cucinare!


“Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.” (Romani 8:28) Credere nella realtà di Dio e nel Suo controllo delle circostanze, ci porta speranza anche nei momenti più difficili.

Racconto: Il cuscino del pastore


C’era una volta una donna a cui non piaceva per niente quello che il vecchio sacerdote aveva da dirle. Arrivò il giorno in cui non riuscì più a sopportare le parole del suo pastore.
Sapeva che era tutto vero... “ma” la irritava tanto!
Allora cominciò a raccontare in giro tante storie false e cattive sul sacerdote per mettere tutti contro di lui con i suoi pettegolezzi. Tuttavia, più ne diceva, più si sentiva triste. Cominciò a pentirsi delle menzogne dette.
A un certo punto non ne poté più, e, in lacrime, si recò dal sacerdote per chiedergli perdono.
“Ho raccontato tante bugie su di lei”, disse. “Per favore, mi perdoni!
”Il sacerdote non rispose subito. Sembrava immerso nei suoi pensieri e in preghiera. Alla fine disse: “Sì, ti perdono, ma prima devi fare una cosa”.
“Che cosa devo fare?” chiese lei, un po’ sorpresa.
“Vieni con me in cima al campanile e ti farò vedere”, rispose lui, guardandola negli occhi. “Prima, però, devo prendere qualcosa dalla mia camera”.
Il sacerdote tornò con un gran cuscino sotto il braccio. La povera donna riusciva a stento a nascondere la sua sorpresa e la sua crescente curiosità.
Sempre più perplessa, riusciva a stento a trattenersi dal chiedere a che cosa servisse il cuscino e perché stessero salendo in cima al campanile. Comunque, rimase in silenzio finché, un po’ affannati, raggiunsero la cima.
Il vento soffiava dolcemente attraverso le grandi finestre. Dal campanile si vedeva tutta la campagna che circondava il paesino. Improvvisamente, senza una parola, il sacerdote strappò la fodera del cuscino e buttò le piume fuori dal campanile.
Il vento e la brezza portarono le piume dappertutto: sui tetti, per le vie, sotto le macchine, sugli alberi, nei cortili dove i bambini stavano giocando, sulla strada... sempre più lontano...
Il sacerdote e la donna guardarono a lungo le piume che ondeggiavano nel vento. Poi lui disse: “Ora voglio che tu vada a raccogliere tutte le piume!”
“Raccogliere tutte le piume?”, ripeté lei con il fiato mozzo. “Ma è impossibile!”
“Lo so”, disse il sacerdote. “Quelle piume sono come le bugie che hai detto su di me. Non puoi fermare quello che hai iniziato, anche se ne sei pentita.
Forse puoi dire ad alcune persone di aver mentito, ma i venti del pettegolezzo hanno portato le tue bugie dovunque. Puoi spegnere un fiammifero, ma non il grande incendio che un fiammifero può causare!


Il peccato della maldicenza e della calunnia 

Giacomo usa dei termini forti.
Non la si può domare – chi non riesce a domarla?
 La persona che non è salvata, chi non ha l’aiuto di Dio oppure il cristiano che cammina nella carne. E’ un male che non si può frenare – è come un fuoco che brucia tutto quello che trova sul suo cammino, quando è alimentato dal vento.
È piena di veleno mortifero – è come il morso di un serpente velenoso. La nostra lingua può distruggere: vite, testimonianze, ministeri, ecc.
“Così anche la lingua è una piccola parte del corpo, ma quanto grande è la foresta che un piccolo fuoco incendia!” (Giacomo 3,5)
Per questo i cristiani dovrebbero evitare di spettegolare e non ricevere i pettegolezzi dagli altri. Guardiamo alcuni passi per capire cosa bisogna evitare e cosa dobbiamo fare a proposito del nostro linguaggio.

Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini, che son stati creati a immagine di Dio.
Dalla stessa bocca esce la benedizione e la maledizione. Non bisogna, fratelli, che sia così.”
(Giacomo 3:2).Giacomo dice che la lingua è “il mondo dell’iniquità”. 
.“Ora, perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non scorgi la trave che è nel tuo proprio occhio?  O come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, quando tu stesso non vedi la trave che è nel tuo proprio occhio?  Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vedere bene per togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello” (Luca 6:41,42). 
L'Apostolo  cercava di correggere a suo modo il grave vizio della mormorazione e della maldicenza. 

Quanti peccati possiamo commettere con la nostra lingua.
Dalle parole oziose, vacue, inutili, alle ben più gravi bestemmie contro il nostro Creatore e maledizioni scagliate contro il prossimo.
Dalle parole di vanità e di orgoglio, alle maldicenze recanti un grave danno alla reputazione di chi ne è vittima, magari senza ci sia un motivo giusto per farlo, tranne quello dell’invidia o del malanimo.

Peggio ancora le parole di calunnia, ossia pronunciare il falso a danno del prossimo giudicandolo e condannandolo a causa del nostro pregiudizio, all'ostilità, alla mancanza di riflessione, di prudenza e di pazienza, macchiandoci così di un grave peccato contro la verità e la carità.

Usando male la parola, anche nel convincimento di dire il vero, non ci esimeremo dal renderci colpevoli di falsità davanti agli occhi di Dio.
Se parli male degli altri, stai attento che gli altri non facciano lo stesso con te (Luca 6:31; Matteo 22:39).2) 

Il problema va risolto fra chi pecca e chi lo vede peccare. Qualora ti capitasse di vedere un fratello o una sorella in Cristo peccare, se si tratta di una faccenda veramente grossa, dovresti andare da lui o da lei.
"Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, và e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello” (Matteo 18:15)
“Fratelli, non parlate male l'uno dell'altro. Chi parla male di un fratello o chi giudica il suo fratello, parla male della legge e giudica la legge. Ora se tu giudichi la legge, non sei più osservatore della legge, sei giudice. Uno solo è il legislatore e il giudice: Colui che può salvare e perdere.

 Proverbi 10:19 dice: “Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio”. Questo vuol dire che chi parla tanto per parlare, prima o poi pecca con la lingua.Trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra dal dire menzogne (Salmo 34:13).

La menzogna è uno dei peccati più vili. 
La maldicenza può essere una forma di menzogna e Dio la odia. Se hai questo problema – pentiti di questo peccato.

Ma, la Bibbia parla anche di quelli che ascoltano e ricevono le calunnie: Il malvagio presta attenzione alle labbra inique, il bugiardo dà ascolto alla lingua perversa.
I cristiani devono sapere quanto Dio odia i peccati della lingua. L’Eterno odia queste sei cose, anzi sette sono per lui un abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male,  il falso testimonio che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli ( Proverbi 6:16-19) 

Il cristiano che spettegola in realtà non ama gli altri. 
Chi spettegola dà per scontato che gli altri siano coinvolti in qualcosa di sbagliato. Non sta amando il suo fratello in Cristo come comanda 1 Corinzi 13. “L’amore non sospetta il male…” (1 Corinzi 13:5).
Voi fratelli dovete bandire la calunnia. Ma che cosa è la calunnia? La calunnia è un’accusa inventata contro qualcuno per fargli del male.

La calunnia per codesta gente è un’arma con la quale pensano di rovinare alcuni e nella quale confidano, ma la calunnia si manifesta prima o poi come tale e perciò cade a terra e coloro che la divulgano vengono svergognati... 
"Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto." (Luca 12 2,3 )


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