25/08/14

Sembrava impossibile che potessi cambiare...


Grigory ha preso molte decisioni sbagliate e ha subito le conseguenze dei risultati. Era consumatore di droga, fumava, beveva e viveva nelle discoteche, Trascorreva la notte nelle feste con donne. Pensava che questo fosse naturale per un giovane della sua età, ma quando stava da solo era un giovane solo, dopo una nottata era preso dal vuoto.

È nato in lui un odio verso le persone, principalmente contro la famiglia. MA in questo momento lui ha conosciuto l’Universale e, partecipano alle riunioni, ha iniziato a liberarsi dai vizi della droga, del tabacco e dell’alcool. Lui ha conosciuto il lavoro del Fora Giovani, dove si è sentito valorizzato, poiché lì hanno creduto nel suo potenziale.

Da lì in poi, Gregory non era più lo stesso, poiché aveva pace e fiducia in se stesso e obiettivi da essere raggiunti. Ha iniziato a lavorare e ad investire in se. Ha iniziato a guardare le persone in modo diverso, si è liberato da quell’odio che sentiva prima, è riuscito a perdonare e ha iniziato ad avere un rapporto e rispetto con i familiari.

Oggi è un giovane felice!
Grigory Listopadov / Forza Giovane - Russia

unkulunkulu-mkhulu

Il mio nome è Alexandre M. Sácama. Sono uscito dalla mia città natale, Cabinda – Angola, a 11 anni, e in tutti questi anni crescendo ho sentito parlare dell’Apartheid, del massacro di Kassiga in Namibia e di tante altre guerre e umiliazioni in Africa.

Mi ricordo che si intonavano inni, canti di dolore e tristezza, grida che echeggiavano per le città, villaggi e tribù, dovuti alla guerra, fame e calamità naturali. Le vie della città, esalavano la puzza di morti e bombe che esplodevano, uccidendo e ferendo migliaia di persone.

Genitori che persero i loro figli e donne che persero i loro mariti, tutti nella loro innocenza. So che molti sono morti senza nemmeno sapere il perché della loro morte, e mi ricordo, che negli anni 80 sorse la politica di clemenza in Angola, giustamente per “aiutare” gli sfollati di guerra, tra gli altri problemi. E in ogni sguardo io potei vedere il lutto, la tristezza e il dolore.

Oggi assistendo all’inaugurazione del Tempio di Salomone e vedendo quel popolo venuto dall’Africa in mezzo ai bianchi, ricchi e persone felici che intonavano canti, non mi sono contenuto. Ho percepito che i canti non erano intonati con un viso triste, in uno sguardo malinconico o da una bocca sofferente dal tanto reclamare per non ricevere almeno un pizzico di giustizia.

Ho percepito la libertà, la pace, qualcosa non comune, qualcosa indescrivibile. Allora mi è sorta quella domanda:
Che cos’è che Dio non può fare per noi, se Lui stesso diede il Suo Unico Figlio per morire per i miei peccati e liberarmi dall’ombra della morte?

Oggi mi chiedo: che ne sarebbe di questo popolo e di tanti altri se il vescovo Macedo avesse desistito a metà strada?

Se alla prima battaglia lui avesse abbandonato tutto?

Certamente questo popolo, e chiaro, anche io saremmo fino ad oggi schiavi di un sistema fallito.

Forse qualcun dirà che sto esagerando,,a in quel tempo non c’erano chiese, e centri spiritici e il cattolicesimo non erano al loro culmine?

E perché è arrivato solo adesso, a questo popolo, il Regno dei Cieli?

Perché, certamente, qualcuno si è preoccupato di più di noi che di se stesso. Qualcuno che ha dato tutto di se per me e per noi, e oggi questo qualcuno non ha più niente da perdere perché ha dato tutto.
Grazie Dio, per questo intendimento!

Grazie Chiesa Universale, per non aver desistito!

Grazie vescovo Macedo, per esserti immerso interamente in questa fede su cui molti – per mancanza di intendimento, perché sono stati accecati dal principe di questo secolo – lanciano pietre su questa Opera che tende solo a crescere.

Unkulunkulu mkhulu (Dio è grande).

Alexandre M. Sácama
Collaboratore a Boston, Massachusetts – USA

Blog vescovo Macedo.
http://www.bispomacedo.com.br/it

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