30/05/16

Il dolore della separazione da Dio – parte 1

Il dolore della separazione da Dio – parte 1

Uno dei peggiori dolori che un essere umano può sentire è il dolore della separazione.
Possiamo avere un’idea di questo quando vediamo la sofferenza di una madre che ha perso il figlio dalle sue braccia a causa della morte.

Adesso, immagina il dolore di un figlio, ancora piccolo, che a causa della separazione dai suoi genitori, deve iniziare a vivere lontano da sua madre o da suo padre che ama tanto. Infatti, questi dolori non si possono paragonare al dolore di qualcuno che ha vissuto con Dio, e che non ci vive più.

Il più grande dolore di Satana, trasformato in collera, non è l’inferno o il lago di fuoco, preparato per lui, ma l’essere stato espulso dal cielo senza poter più sfruttare l’amicizia e la presenza del Dio Onnipotente.

“Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli… Abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo.” Apocalisse 12.9;12

Per questo motivo, per vendicarsi di Dio, lui lavora instancabilmente e con la fretta di portare il maggior numero di anime possibili all'inferno, luogo che fu preparato per lui e per i suoi angeli.

Nelle Carovane di Riscatto, abbiamo incontrato persone che un giorno servivano Dio come collaboratori, pastori, ausiliari, e che oggi sono separati dal Signore Gesù. Lo stato normale di queste persone è di tormento, angoscia e soprattutto di dolore, perché ricordano:

“Quando la sua lampada brillava sopra il mio capo e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre; com'ero ai giorni della mia maturità, quando il consiglio segreto di Dio vegliava sulla mia tenda…” Giobbe 29.3-4

Per questo, collaboratori, membri, pastori, vescovi e mogli; ossia, tutti noi dobbiamo valorizzare sempre di più l’alto e inestimabile privilegio di gustare la presenza, l’amore e la misericordia di Dio nelle nostre vite. Poiché, come deve essere triste, straziante e disperato vivere separati dal nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo; vivere con un buco (vuoto) dentro di sé. Soltanto chi si trova lontano da Lui può descrivere tale situazione.

E cosa dire della seconda morte? La prima significa la separazione del corpo dall'anima, che tutti noi un giorno dovremo affrontare, la seconda è la separazione eterna dell’anima da Dio.

“Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel Libro della Vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” Apocalisse 20.14-15

E’ raccapricciante solo immaginare il dolore di queste persone che entrano nell'inferno coscienti che passeranno a vivere separati da Gesù, Il quale Si donò come Sacrificio, versando il Suo sangue nella croce per salvarle da questo crudele futuro, e loro Lo hanno rifiutato.

Dio ci liberi!

“Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.” Ebrei 2.1

Dio vi benedica.

Ha collaborato: Vescovo Sergio Correa.

Il dolore della separazione da Dio – parte 2

Il dolore della separazione da Dio – parte 2

La separazione da Dio significa la presenza del peccato e di conseguenza, del diavolo.

Non c’è un essere umano sulla faccia della Terra che sia riuscito a vivere con Dio e con il peccato allo stesso tempo, perché è come stare nella luce e nelle tenebre nello stesso istante; bere acqua dolce e salata allo stesso tempo.

Neanche al Figlio di Dio, Gesù, che può tutte le cose, fu possibile tale condizione. Tra l’altro, questo fu il più grande dolore mai sentito in tutta la storia dell’umanità: Egli, il Figlio di Dio, strappato dal proprio Padre, per venire in questo mondo ed essere portato al Calvario in sacrificio, per amore nostro.

“Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” Giovanni 3.16

Non possiamo immaginare il dolore che ha avuto il Signore, donando Suo Figlio unigenito per venire il questo mondo sporco e passare ciò che ha passato – dato che poteva mandare l’angelo Gabriele o Michele, o un altro angelo di suo totale fiducia. Ma Lui ha strappato dalle Sue viscere il meglio di Sé per collocarlo nell'altare del Calvario.

Adesso una domanda che non vuole rimanere in silenzio: Sarà che tu, collaboratore, hai strappato il maggiore valore materiale e spirituale dalle tue viscere e l’hai posto nell'altare? Dio diede il Suo unico Figlio come offerta di sacrificio e ricevette un numero infinito di figli. E tu, cosa hai fatto per amore, obbedienza e fede per questo Dio?

E cosa dire del Signore Gesù?

Il Suo dolore più grande non furono i chiodi piantati nelle Sue mani, né nei Suoi piedi, né di portare con Sé le malattie di tutta l’umanità, ma passare qualche ora separato dal Padre, perché stava attirando su di Sé i peccati di ognuno di noi. La Sua disperazione, il terrore e l’agonia furono così grandi, essendo solo in quella croce, che sudò gocce di sangue.

“Allora gli apparve un angelo dal cielo per dargli forza. Ed egli, essendo in agonia, pregava ancor più intensamente; e il suo sudore divenne simile a grumi di sangue che cadevano a terra.” Luca 22.43-44

Collaboratori, se Dio fece questo sacrificio, dando il Suo Unigenito figlio nella croce, guadagnandoci come figli, per stare insieme per sempre, anche noi dobbiamo fare le nostre offerte di sacrificio per avere la Sua presenza (Spirito Santo) costantemente – non solo in questo mondo, ma per tutta l’eternità.

Quelli che vivono senza sacrificio sono spenti e non hanno niente da offrire alle persone. Questo alla fine si riflette nella tua vita personale. E’ per questo che vediamo tanti collaboratori, con la vita legata, che non riflettono la gloria di Dio.
Giorno 14 sarà il grande giorno per capovolgere questo quadro della tua vita. E’ il giorno del sacrificio, del rinnovamento, della “benedizione per sempre”.

“Ecco quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d’Aaronne, che scende fino all'orlo dei suoi vestiti. (…) Là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno” Salmo 133.1-3

Dio vi benedica
Ha collaborato: Vescovo Sergio Correa.

Il dolore della separazione da Dio – parte 3




Meditando sul dolore delle persone che un giorno hanno avuto l’amicizia di Dio e che oggi sono separate dal Suo amore, affetto e protezione, mi ricordo, osservando le Scritture, del primo re di Israele, Saul.

Immagina la disperazione di Saul sentendo dire al profeta Samuele che il Signore lo aveva rigettato, perché Saul Lo aveva rigettato, disobbedendogli.

“…poiché hai rigettato la parola del SIGNORE e il SIGNORE ha rigettato te…” 1 Samuele 15.26

Possiamo essere rifiutati dal mondo intero, ciò nonostante abbiamo pace in Gesù. Ma se il mondo intero ci riceve e Dio ci rifiuta, siamo i più disgraziati degli uomini. Vivere separati da Dio è come un corpo senza spirito; è come il sale insipido – non serve a niente.

“Come Samuele si voltava per andarsene, Saul lo prese per il lembo del mantello, che si strappò. Allora Samuele gli disse: Il SIGNORE strappa oggi di dosso a te il regno d’Israele e lo dà a un altro, migliore di te…” 1 Samuel 15.27,28

Voglio dare un’allerta a tutti quelli che vivono nella disobbedienza, lontani da Dio dentro e fuori la chiesa: tu che hai rifiutato la Parola di Dio per tutta la tua vita, che la misericordia, la grazia e il Suo amore si estendano su di te. Approfittane finché c’è tempo, perché se tu vai via da questo mondo senza tornare alle braccia di Dio, così come il lembo del mantello di Samuele si è strappato, strappate saranno anche tutte le opportunità date a te per la tua Salvezza, e il dolore della separazione eterna sarà crudele!

“Ed egli dirà: Io vi dico che non so da dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori. Là ci sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abraamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi ne sarete buttati fuori.” Luca 13.27,28

Se tu sei allontanato, torna, amico(a). Poiché non sappiamo cosa succederà domani, perché appartiene a Dio.

Ovunque tu stia leggendo questo messaggio, abbassa la tua testa e arrenditi al Signore Gesù, pentiti dei tuoi peccati. Egli è l’Unico che può liberarti dal dolore della separazione eterna di Dio.

Dio vi benedica!

Ha collaborato: Vescovo Sergio Correa.

.

.