17/11/15

La polemica del bicchiere di Starbucks




Alcuni cristiani nord-americani sono indignati con la rete di caffetterie Starbucks a causa del bicchiere di natale. Secondo loro, il bicchiere rosso, senza alcun simbolo tradizionale del natale; sarebbe un’attitudine “anticristiana” della rete, che possiede filiali in tutto il mondo. La tempesta abbattutasi su questo bicchiere di caffè, può già contare sull’appoggio dei cristiani di altri paesi e adesioni di personaggi famosi, come l’imprenditore e presentatore Donald Trup, che ha difeso il boicottaggio al marchio. Come se pini, candele, palline colorate e babbo natale, di fatto, fossero simboli cristiani.

Se il problema di queste persone con la Starbucks è il bicchiere che non riporta simboli cristiani nel natale, è ironico che non si preoccupino con il logo tipico dell’azienda, che rappresenta un’entità per nulla cristiana. È una sirena conosciuta come Melusina, uno “spirito delle acque”. Nella cultura africana, la stessa figura appare in una rappresentazione di Yemanià (Yemania, in Brasile), come illustrato con le due code.

Col passare degli anni, l’azienda la modificò perché fosse più presentabile. All’inizio era ben trasandata, con i seni in mostra e una posa pornografica, con le code aperte; copia di una illustrazione tedesca di un libro stampato nel 1480. Col passare degli anni, ha fatto qualche lipos, plastiche, ha messo i capelli sui seni … un legittimo makeover, che l’ha trasformata in qualcosa di più simpatico e politicamente corretto. Ma, se si fa caso alle parti laterali … le code continuano sempre là. E la corona della “regina del mare”, sulla testa. Ma, alla fine, perché una sirena come simbolo di un negozio di caffè?

Questo dubbio è così comune che il sito dell’azienda ha perfino una risposta pronta. L’ispirazione del nome e del logo deve essere venuto dalla volontà dei suoi proprietari di “onorare la tradizione marittima del caffè”. Il nome di caffetteria è stato preso da un personaggio del libro Moby Dick, il signor Starbucks, primo pilota della nave Pequod. Fu così, che hanno creato una caffetteria con il nome di un personaggio maschile e collezionato una sirena come logo … ha senso? Per niente! Non vi è alcun personaggio-sirena nel libro.

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In un’intervista, il designer responsabile del logo disse: “È una metafora per la seduzione della caffeina, le sirene, che attraggono i marinai verso le rocce”. Metafora alquanto strana, considerato che, nei miti, le sirene attraevano i marinai per schiantarli contro le rocce … dovrebbe essere un avviso perché i clienti si mantengano lontani dalla caffetteria prima che lei li uccida? Il suo sito cerca ancora di abbellire: “Terry Heckler trovò la metafora perfetta del ‘canto della sirena’ del caffè che ci seduce per il bicchiere”. Non ha molto senso voler vendere il caffè usando questo paragone. Se il canto della sirena serviva per togliere l’autocontrollo dei marinai, usarlo come metafora per il prodotto è quasi un antimarketing. Ma, allora qual è quello di questa sirena?

Non si può affermare che i creatori del logo sapessero che stavano venerando un’entità, ma in tutte le sculture, sin dai tempi più remoti, esseri metà persona e, metà pesce (o, in alcuni casi, serpente) sono la rappresentazione di una stessa divinità, con i nomi e generi differenti: tra i cananei e filistei, Atargatis, Derketo e Dagom (la stessa immagine che Dio fece cadere e frantumarsi davanti all’Arca dell’alleanza, quando i filistei la rubarono); Oannes, in Babilonia; Matsyangana, in India; Mix Parthenos, in Grecia; Kianda in Angola; Melusine e Lorelei in Europa; Ningyo, Giappone; Yemoja in Africa; Yemanja in Brasile, tra gli altri nomi in questi e in altri luoghi.

Anche le divinità femminili di questa lista erano chiamate “Regina del mare” o “Madre d’acqua”, adorate come dee della fertilità. Da qui, la rappresentazione ufficiale di questo tipo di spirito che ha avuto un vestito, per sincretizzarsi meglio con le immagini cattoliche e nascondersi dai schiavisti di culto per questa entità, ma le rappresentazioni in cui appare la sua coda è ben comune.

Le leggende e le apparenze si modificano con il tempo, ogni cultura sviluppa la sua tradizione, ma lo spirito rappresentato rimane. Lo stesso spirito di Atargatis, Melusina, Dagom e Yemanja è venerato nell’immagine della sirena.

La cosa più incoerente di questa storia è che nessuno di quei cristiani indignati ha domandato (o almeno gli è parso strano) la presenza di una dea pagana che agita salutando con le due code, davanti al suo naso, nel loro tanto amati bicchieri di caffè. Al contrario, si sono uniti per protestare per non avere sufficienti simboli pagani su di essi!

Purtroppo, il “canto della sirena” del nostro tempo, lo spirito che avvolge questo mondo, ha accecato molti cristiani al punto che non riescono più a vedere ciò che Dio considera importante. È molto più facile attaccarsi alle tradizioni e confonderle con il cristianesimo, poiché non esige alcun sacrificio, non vi è alcun prezzo da pagare. D’altra parte, non porta neanche beneficio a nessuno.

Per chi guarda da fuori, il movimento pseudocristiano contro i bicchieri rossi sembra puro fanatismo religioso, senza senso o proposito, la cosa serve soltanto per vaccinare contro il vero cristianesimo. Vi garantisco che Gesù non perderebbe mai il Suo tempo litigando per mettere il buon vecchio a fianco della Yemanja sul bicchiere di Starbucks.

Ha collaborato: Vanessa Lampert

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