06/07/15

Procuratore di SP libero dal crack

 Procuratore di SP libero dal crack

Mi chiamo Marcelo Antunes. Sono stato uno tra i milioni di persone che si è coinvolto nel sofferente e doloroso cammino delle DROGHE, in cui permasi circa 27 anni della mia vita.

Oggi ho 47 anni, sono nato a San Paolo – capitale, e così, come cita il vescovo Formigoni nel suo libro “L’Ultima Pietra”, anch’io sono stato un bambino senza grandi problemi, di famiglia accogliente, due genitori amorosi e cristiani, oltre ad avere il privilegio di essere figlio di un deputato di stato, e successivamente giudice federale, Sinval Antunes de Souza (“in memoria”). Ho avuto l’opportunità di sfruttare l’insegnamento di punta. Ho frequentato la scuola primaria e secondaria in una delle migliori scuole di San Paolo (Pueri Domus); di seguito, ho fatto il corso di Diritto alla FMU (Università Metropolitane Unite) a 20 anni, entrai nella vita pubblica, attraverso concorso pubblico, dove feci carriera. Ho avuto l’onore, negli ultimi dieci anni (prima del mio allontanamento per cure mediche, circa 5 anni fa, a causa di una forte depressione che mi ha recato la mia vita parallela fatta di frenetiche serate, consenziente a tutti i tipi di droghe), di esercitare la funzione di Procuratore.
 
Durante la mia decadente storia di DROGHE dove mi hanno condotto, gradualmente nel corso di tutti questi anni, che non fu differente da tutte le altre persone che hanno conosciuto l’oscurità di questa giornata. Iniziando con la semplice ricerca di un adolescente curioso e incosciente, senza conoscere la grandezza del burrone che iniziava a formarsi in direzione a una delle più grandi sofferenze che una persona può passare.

La mia prima esperienza è stata a 17 anni, prendendo un incendio, causato da una bevanda alcolica (un mix di birra e grappa). Fui talmente ingenuo, che non sapevo che in quella sera sarebbe stato l’inizio di tutta la mia sofferenza, passando, rapidamente, a cercare tutto ciò che provocasse illusione euforica data dai vari tipi di stupefacenti. Tra questi, marijuana, cocaina, LSD, tè di fungo, vari tipi di anfetamina mischiate con l’alcool, etere in spray e ecstasy.
Abusando continuamente di tutti i tipi di droghe sopra elencate, riuscivo ancora, e non so come, mantenere i miei obblighi professionali nel miglio modo possibile.

Fino ad allora, non sapevo che il peggio stava per arrivare, che sarebbe l’immaginabile incontro con la “PIETRA DELLA MORTE”, più comunemente conosciuta come “CRACK”. 4 anni fa, da cui fin d’ora mi attengo, nel descrivere dettagliatamente quello che sarebbe stato il mio decadimento assoluto e la mancanza che mi ha fatto letteralmente, immaginare quello che sarebbe l’inferno di cui avevo tanto sentito parlare durante tutta la mia vita. Fui invitato a provare una boccata di crack, senza neanche volere.

Due boccate furono sufficienti per diventare totalmente suo schiavo per questi ultimi 4 anni. Aumentai rapidamente la quantità di consumo e in automatico non riuscii più a restare un giorno senza droga. Quando me ne resi conto, ero divenuto uno dei più grandi conosciuti in Cracolandia in San Paolo, tenendo conto dell’incontrollabile consumo, arrivando a spendere circa R$ 14 mila (€ 4,0432) al mese.

Come se questo non bastasse, stavo già soffrendo tutte le conseguenze causate dall’uso incontrollato. Non facevo più la barba, non facevo più il bagno, non tagliavo più le unghia nere, segnate dal maneggiare continuo di droga consumata attraverso di un tipo di lattina di bibita, infine, un abbandono totale dell’igiene personale. Passai a chiudermi in una stanza di casa mia, uscendo soltanto per situazione strettamente necessarie e per la trattamento medico, che era a base di farmaci molto forti per tenere sotto controllo la depressione e ansia.

Di questi 4 anni, vivendo come un verme senza uscire dalla stanza, negli ultimi due anni venni per Bauru, a vivere nella casa di mia madre.
Già non credendo più ad una possibile cura dal vizio del crack, un giorno, il marito di una mia cugina, membro della Chiesa Universale, mi invitò a partecipare ad una riunione che aveva un trattamento d’avanguardia nel mondo e divulgava che il “VIZIO HA CURA”. Fu presentato un libro “L’Ultima Pietra”, un racconto sulla storia di una camminata di vizi vissuta dal vescovo Formigoni. Era lui che stava realizzando questo trattamento. Il marito di mia cugina ancor prime mi disse che mi avrebbe presentato una bella persona che aveva passato il mio stesso problema e che sarei riuscito a liberarmi, e che lui sapeva il percorso per la mia liberazione. Era il Luciano Marques.antes2
Ancora schiavizzato dal dominio del crack, finii con l’accettare senza alcuna speranza, perché fino ad allora, dentro di me, non credevo più ad una cura, visto e considerato che mi ero sottoposto a tutti i tipi di trattamenti, terapie e ricoveri, e non avevo riscontrato alcun risultato positivo.

Arrivando al trattamento, alla fine fui presentato a luciano Marques detto Lu. F, che fu inoltre citato nel libro sopra indicato, come compagno di droghe del vescovo Formigoni. Dopo una breve spiegazione della sua carriera nel mondo dei vizi, lui mi invitò a conoscere il Trattamento per la Cura dei Vizi in San Paolo. Accettai l’invito e Luciano mi portò a San Paolo per partecipare al trattamento.

Nel primo giorno, ancora sotto l’effetto delle droghe, ho avuto il privilegio di essere ricevuto dal vescovo Formigoni, che, con il suo carisma, ha conversato con me con molta correttezza, mi tocco nel dirmi che bastava essere obbedienti al trattamento e che, se aveva funzionato con lui, avrebbe funzionato anche con me. Lui mi invitò ad andare al trattamento dei vizi per quattro domeniche consecutive.

Pur avendo risposto alla sua richiesta, fino alla terza domenica non mi ero ancora liberato.

In quel giorno, tornando a Bauru, ci siamo fermati per pranzare, quando Luciano fece un commento a riguardo della grappa e del crack, in quel momento, di punto in bianco, mi sentii male, di seguito un forte disgusto, sforzandomi a correre in bagno con una forte sensazione di malessere.
In quel momento, ebbi la sensazione come di qualcosa che uscì da me, poi, tornando a tavola, sentii un benessere come se non avessi mai usato la “PIETRA DELLA MORTE”.

Spaventato, commentai al collega, che mi era accaduto un qualcosa che non sapevo come, per la prima volta, era scomparso completamente la voglia di usare il crack e non potevo neanche pensare nell’odore della grappa.
Fummo invasi da una felicità inspiegabile, che siamo andati cantando e sorridendo ascoltando le lodi fino ad arrivare a Bauru.

In quella settimana mi mantenni distante dal crack e dall’alcool, riuscendo a comprendere ciò che il vescovo Formigoni mi aveva detto nel primo giorno del trattamento: che il vizio delle droghe si trattava di uno spirito.
In una sola settimana ero già completamente un’altra persona. Tutto iniziò a cambiare nella mia vita, e sentii una leggerezza nell’anima che non avevo mai avuto prima dall’ora.

Era l’ultima domenica del trattamento che era stato proposto per la mia liberazione. Quando percepii che dio mi aveva toccato, ero già un’altra persona, e non sapevo come spiegarmelo, ero stato toccato da un miracolo. Perché non riuscivo neanche a sentir pronunciare la parola “pietra” e grappa che subito mi veniva quella sensazione di schifo e malessere.

Oggi continuo fedele al trattamento. Approfitto per ringraziare Dio che, usando il vescovo Formigoni, mi ha insegnato che attraverso della certezza e obbedienza al trattamento sarei stato libero di quello spirito. Sono guarito al 100%, e voglio lasciare documentato qui che questo trattamento funziona realmente, e se ha funzionato con me funzionerà anche con te.
È con grande affetto che approfitto nel ringraziare per il trattamento d’avanguardia, dove ho visto innumerevoli guarigioni mai viste in nessun trattamento finora esistito.

Al vescovo Formigoni, i miei ringraziamenti, da una persona che è stata tolta dal fondo del pozzo per la gloria di Dio. Amen.

Dr. Marcelo Antunes, Procuratore dello Stato di San Paolo.

http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/


Il Voto della Fede

Il Voto della Fede

Il Signore degli Eserciti promette di farci vedere un’altra volta la differenza tra il giusto e il perverso, tra chi Lo serve e chi non Lo serve.

Ogni promessa biblica è una profezia, un voto di Dio. Si compirà indipendentemente dalla credenza umana.

Si compirà nella vita di chi crede veramente.
Cosa bisogna fare per vedere questa differenza nella vita?

Manifestare chiaramente e obiettivamente la fede.

La fede sovrannaturale è l’unico canale di comunicazione tra la creatura e il Creatore. Questo tipo di fede genera attitudini in relazione a ogni Promessa di Dio.
Lei, per la Sua natura Divina, esige manifestazione, disposizione, consegna e dedizione della vita.

Non si può manifestare questa fede senza un’attitudine concreta.

Quando due ciechi si avvicinarono a Gesù,Egli gli chiese: “Credete voi che io possa far questo? Essi gli risposero: Sì, Signore. Allora toccò loro gli occhi dicendo: Vi sia fatto secondo la vostra fede.” Matteo 9.28-29

Questo mostra che la manifestazione del Potere di Dio dipende dalla fede di ognuno.

Prima di guarirli, Gesù gli chiese se credevano.
Egli poteva guarirli, ma loro dovevano rispondere con la fede. In caso contrario, non c’era niente da fare.

Il compimento delle promesse dipende dalla certezza intima di ognuno. Le benedizioni sono gratuite, ma Dio esige la fede materializzata.

Gesù perdona il peccatore, ma questo deve abbandonare il peccato. Cioè, c’è il perdono, ma la sua concretizzazione dipende dal perdonato, che deve sacrificare il peccato. Questo si chiama pentimento.
La fede sovrannaturale funziona così.

Il Signore disse: “ma il Mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l’anima mia non lo gradisce.” Ebrei 10.38

Se non ci fosse la necessità della fede pratica, i cristiani si rilasserebbero e perderebbero la guerra giornaliera contro l’inferno.

Per questo, è necessario presentare la richiesta, esporre i motivi, chiedere, cercare, bussare, pregare, digiunare, infine sviluppare la fede.

Abraamo, per avere una vita diversa ha dovuto obbedire giorno dopo giorno; lo stesso è accaduto con gli altri eroi della fede del passato.
Perché oggi dovrebbe essere diverso?

Chi vuole avere una vita diversa dagli altri deve mostrare la differenza della sua fede.

In caso contrario…
Il voto della fede esige la fede stessa.

“Voi vedrete di nuovo la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve.” Malachia 3.18

http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/

.

.