13/02/15

Il treno della vita.

Storiella:  Il treno della vita.

Il treno andava verso ovest. Ad una stazione è salita una bambina di circa otto anni, con un pacchetto sotto braccio, che si è seduta dopo aver dato uno sguardo intorno a sé: tutti i passeggeri erano degli estranei per lei. Sembrava un po' stanca e, mentre accomodava il pacchetto a mo' di cuscino, ecco arrivare il controllore che le dice: "Biglietto prego".

La bimba risponde che non ne ha e l'uomo, incuriosito nel vederla sola, inizia a farle qualche domanda.
- Dove vai piccola?
- Vado in cielo.
- Va bene, ma chi paga il tuo biglietto? - continua sbalordito il controllore.
- Il signore Gesù - risponde la piccola, aggiungendo - Non va questo treno in Cielo e Gesù, non viaggia in esso?
- Mi pare di no - risponde l'impiegato sconcertato da quella ingenuità - Perché dici questo?
- Perché molto spesso mia mamma cantava una canzone che parlava del treno che va in cielo e che Gesù ha pagato il prezzo del biglietto per tutti quelli che viaggiano in esso: ma ora…
Non può più cantarmela…
Si è addormentata qualche giorno fa. Alcuni uomini vestiti di scuro, l'hanno portato via in una macchina: per questo ho deciso di raggiungerla, prendendo il treno.


Ma lei, signore, non conosce la canzone del treno celeste; non la canta alla sua bambina perché si addormenti?
Oppure, non ha una bambina?
 - chiede la giovanissima viaggiatrice al sempre più silenzioso e sorpreso controllore.

- Ho avuto una bambina, però è morta dice, riprendendosi, l'uomo
- ma sicuramente è in cielo!
- E lei va adesso a vederla? …
- Molti viaggiatori ascoltavano questa inconsueta conversazione ed alcuni di loro avevano gli occhi colmi di lacrime. Qualcuno esclama:

 - "Questa bambina è un angelo!"

- No, io sono Margherita; gli angeli stanno in cielo con il signore Gesù - ed aggiunge - Andate anche voi tutti in cielo?
Sono veramente contenta perché significa che amate il Signore Gesù e Gli avete chiesto di entrare in cielo. Non è vero?
La mamma mi diceva sempre che Lui fa entrare nel Suo Regno tutti coloro che credono che è morto per i loro peccati e che Lo accettano come personale Salvatore.

- Certo, tua mamma deve essere stata una donna molto buona, una santa! - commenta compiaciuta una signora.

- Oh, no. Lei diceva che nessuna persona è santa e buona. Solo Dio è Santo e Buono. Diceva anche che vanno in cielo soltanto quelli che si riconoscono peccatori e chiedono perdono al Signore.

- Poi rivolta al controllore:
- Lei non ha ancora detto se va in cielo. Forse, non vuole vedere la sua bambina, oppure non è amico del Salvatore Gesù?…

Qui si interrompe la conversazione, perché il treno è giunto a destinazione.
Miei cari, questo episodio mi ha fatto ricordare che tutti noi viaggiamo sul treno della vita. Ma, dove siamo diretti, in cielo o all'inferno?

Con la sua semplicità ed ingenuità, la nostra piccola Margherita aveva proprio ragione. Stiamo compiendo un viaggio, che possiamo concludere in modo disastroso o in modo meraviglioso, con la presenza di Gesù.

Se tu non sei ancora sicuro che Lui viaggi con te, chiamaLo subito. Gesù ti sente, perché è scritto nella Bibbia che il Suo Spirito riempie l'universo.

DaGli oggi stesso il tuo cuore, la tua vita e viaggerai senza timore e paura nel cammino verso la felicità eterna.

Buon viaggio.

LA MALDICENZA

"O Signore, chi dimorerà nella tua tenda? 
Chi abiterà sul tuo santo monte? 
Colui che è puro e che agisce con giustizia e dice la verità come l'ha nel cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo vicino, né insulta il suo prossimo" (Salmo 15:1-3).
 


Si racconta che Socrate, ad un amico che stava per riferirgli in gran segreto una notizia sul conto di un altro, abbia chiesto:
"Hai passato la tua intenzione ai tre colini"?

 Interpellato su cosa voleva dire con questa frase, Socrate spiegò:

1) Sei sicuro che la cosa che stai per dirmi è vera?

2) Sei sicuro che ciò che stai per dirmi sia una cosa buona?

3) Sei sicuro che sia proprio utile che io lo sappia?

L'amico comprese e rinunciò al suo proposito.



"Ciò che sto per dire porterà incitamento al mio fratello?
Gli darà della forza spirituale?
Lo renderà più saldo nelle cose del Signore"?
Impariamo con l'aiuto di Dio a parlare meno, al momento giusto e con parole appropriate:
"Le parole dette a tempo, sono come frutti d'oro in vasi d'argento cesellato" (Proverbi 25:11).

Pace inspiegabile


Vescovo, leggendo questa testimonianza, mi sono ricordata di quando arrivai all’Universale, in Guarulhos, 11 anni fa.

Anch’io ero come quest’amica, criticavo molto l’Universale e, come cattolica, non accettavo neanche sentir parlare del vescovo Macedo. Ero molto malata, con depressione, sindrome di panico, avevo un’ernia del disco infiammata ed anche il nervo sciatico infiammato. Prendevo farmaci controllati per la depressione, ma nulla di questo mi servì. Mio marito mi chiamò per andare in chiesa, ma non volevo; lui insistette ed io andai. Quando arrivai là, non so cosa accadde al pastore che iniziò a criticare la Chiesa Cattolica. Rimasi con molta rabbia del pastore e non andai più all’Universale, ma peggiorarono anche le malattie.

Un mese dopo mio marito insistette nuovamente nel portarmi in chiesa. Lui fu usato dallo Spirito Santo, perché anche senza frequentare nessuna chiesa, lui disse: “È l’ultima volta che ti chiedo, andiamo all’Universale. Se accadrà la stessa cosa, non occorrerà andarci più”. Così gli risposi: “Lo faccio per te.”

E andammo alla Sede, poiché prima non esisteva la Cattedrale. Quando arrivai, il pastore chiese a chi fosse malato di andare là davanti. Lui disse tutto ciò che io avevo. Ed io dissi: “Chi è che ha parlato con questo pastore?”. Perché tutto ciò che lui disse era quello che stavo affrontando.

In quel momento feci una sfida con Dio: se Egli esisteva di fatto e di verità io volevo la guarigione, caso contrario, se non fosse accaduto nulla, io non avrei creduto che Lui esisteva. Ma, se Lui mi avesse guarita, sarei stata fedele a Lui tutti i giorni della mia vita.

Ciò che sentii fu un qualcosa di molto bello, una Pace inspiegabile. Il panico che sentivo andò via in quel momento, sembrava che stessi fluttuando. Inizia a glorificare il Nome del Signor Gesù, Colui che fino ad oggi ha fatto e fa meraviglie nella mia vita e nella mia famiglia. Anche mio marito è con me nella Fede, mancano solo mio figlio e mia figlia, ma ho la certezza che in breve anche loro serviranno al Signore Gesù.

La canzone che ha segnato il mio secondo giorno all’Universale fu “Straccio di persona”, di Jota Neto. Le parole della canzone erano realmente ciò che io stavo vivendo. Ma grazie a Dio, Egli mi salvò.

Ana Maria Cavalcanti Dantas

Blog: Vescovo Macedo.
http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/

Il riscatto del capitano Correa


Il 6 febbraio ho vissuto una delle più grandi esperienze del mio ministero. Dopo di tanti riscatti effettuati, è avvenuto il riscatto del “capitano Correa”, mio fratello. Lui era capitano dell’Esercito, ha avuto la sua anima contesa fino all’ultimo minuto della sua vita. Spiritista da 45 anni, fu colpito da un cancro che lo condusse alla morte. In questa esperienza, si può vedere ancora una volta il compimento di ciò che il nostro Signore disse:

“Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi …” Atti 1:8

Quando siamo battezzati nello Spirito Santo, riceviamo autorità contro tutto l’inferno unito. Molti non hanno idea del “potere” che posseggono quando ricevono lo Spirito di Dio.

Quando ricevetti la notizia cinque giorni prima della sua morte, da che il suo quadro clinico era peggiorato e lui era già vicino per partire, dissi con questa autorità: “Lui non morirà prima che io stia là!”.

Lui non aveva già più un rene, la vescica e la prostata. La sua condizione camminava a passo veloce verso la fine. I demoni accerchiavano il suo letto facendo festa e ansiosi per il giungere dell’ora. Lei ricevette molte visite dai miei compagni di fede, incluso i vescovi, pastori, collaboratori (trici) e evangelisti, i quali ringrazio molto per tutto l’affetto e dedizione dato a mio fratello. Ma do rilevanza al sergente Jaqueline, collaboratrice che lavora nell’Ospedale dell’Esercito la quale si è presa cura di questa anima seguendo i nostri orientamenti spirituali insieme a lui fino al suo ultimo respiro, e che nei momenti fuori visita parlava di Gesù e pregava tutte le volte che lui chiedeva, nei momenti di angoscia e dolore.

Fin quando arrivò il momento in cui lo Spirito Santo mi toccò e disse che dovevo andare a Rio per riscattarlo, poiché era già alla fine, e la sua anima era accerchiata da quegli spiriti immondi come avvoltoi sulle carcasse. Chiesi il permesso al mio leader e partii per il riscatto nella stessa fede di Abraamo quando andò a riscattare suo nipote Lo.

Arrivai in ospedale con i 318 angeli più forti che Dio aveva inviato per venire con me. Ordinai che uscissero dalla stanza chi era là, perché non sapevo che cosa avrei fatto – di sicuro mi chiamerebbe di pazzo o fanatico.

Si trattava di un’operazione di RISCATTO.

Quando entrai con mio figlio e mia moglie nella stanza, non parlai con lui, perché pur essendo cosciente, non poteva più rispondere a nulla. Lui stava con gli occhi chiusi e leggermente tremolante, quasi impercettibile, ma mi sentiva. Con le braccia alzate dirette verso le pareti e angoli della stanza, arrivai con voce ferma e ricoperto di un’AUTORITÀ che mai mi fu al ricevere lo Spirito Santo. Io dissi:

“ALLONTANATI, ALLONTANATI, ALLONTANATI, SUBITO! LASCIA LA SUA ANIMA, ADESSO, ANDIAMO! HAI PERSO, HAI PERSO, HAI PERSO! SONO ARRIVATO CON I 318, LASCIA, LASCIA, LASCIA! GESÙ, CIRCONDA ADESSO LA SUA ANIMA CON GLI ANGELI! ANDIAMO, DEMONI, VOI NON VI PORTERETE QUEST’ANIMA!”

In spirito, io potevo immaginare i demoni allontanarsi con molto odio, ma vivendo il fallimento di una battaglia per un’anima che visse nel loro dominio per 45 anni. Mi sentii come un prigioniero che esplode e liberando un ostaggio.

Dopo alcuni minuti, qui si che mi rivolsi a lui e dissi: “So che mi stai ascoltando, sono io, tuo fratello, Sergio. Presta attenzione, è arrivata la fine della tua vita. La tua sofferenza si moltiplicherà bilioni di volte tra non molto e per tutta l’eternità se tu non darai tutta la tua vita a Gesù adesso, di fatto e verità, perché i demoni sono qui pronti per portare la tua anima all’inferno. Io sono venuto da lontano per riscattarti, ma se tu ti consegnerai a Gesù adesso, in pochi minuti tu entrerai nel piacere, nell’allegria del cielo. Se tu vuoi Gesù, allora, in pensiero, ripeti con me queste parole …”

Qui pregai perché lui ripetesse e dopo io dissi a Gesù: “ Non ce la fa più vivere con questo corpo mutilato qui in questo mondo. Abbiamo già riscattato l’anima dagli artigli del diavolo, adesso Ti chiedo prendilo nelle Tue braccia.”

Chiesi che quando terminassi l’operazione di riscatto e voltassi le spalle, Egli lo avrebbe potuto portare, come segno che Egli gli aveva salvato l’anima di mio fratello. Terminai la preghiera dicendo: “Pronto, Gesù, lo puoi portare.”

Andai via verso la chiesa qui in Rio, e circa un’ora dopo, lui diede il suo ultimo respiro e parti nelle braccia del mio Signore. Un’anima in più salva e un RISCATTO fatto, IL RISCATTO DEL CAPITANO CORREA.

Spero di aver aiutato chi ha letto questo racconto a comprendere l’importanza di ricevere il POTERE e l’AUTORITÀ di Dio per mezzo del battesimo con lo Spirito Santo.

Blog: Vescovo Macedo.
http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/

Lui non ha rinunciato…


Salve vescovo!

Ho vissuto una situazione che mai avrei immaginato di vivere. Smisi di guardare al mi Signore e iniziai a guardare il colorito e ingannevole mondo. Sono stata per 5 anni collaboratrice. Mi dedicavo, ero utile, ma, con il tempo, questo finì. Iniziai a lavorare di sera e non vigilai. Mi raffreddai, mi tenevo occupata, vedevo le cose che volevo fare.

Fin quando un giorno decisi di accettare un passaggio da un collega di lavoro. Quel momento fu il giorno peggiore della mia vita, perché fu in quel giorno che decisi di abbandonare tutto. Iniziai a vivere una menzogna. Non volli più sapere del Dio che tanto mi amò. Così iniziammo a conversare in whatsApp, ci scambiammo i numeri di telefono, fissammo appuntamenti … Io andavo alla riunione, andavo in chiesa, ma era come se stessi lontana. Era lì presente soltanto il mio corpo. Avevo una grande voglia di uscire e andare via da lì. Così decisi stupidamente di uscire da casa senza importarmi di nulla, senza guardare indietro. Lasciai tutto e andai a casa di mia sorella, lontano dall’Universale che frequentavo. Decisi di fuggire. Pensavo che stesse tutto bene … Ma lì era soltanto l’inizio della mia distruzione. Iniziai a bere, al punto di ubriacarmi fino a non ricordarmi nulla nel giorno seguente.

Iniziai a frequentare uomini sposati e a subire minacce da loro stessi. Io sapevo dei propositi che mia madre faceva per me, non mi dimenticavo mai. Ma l’orgoglio mi impediva di ritornare al mio Signore.

Finché un giorno mi prese una tremenda angoscia. Passavo tutto il giorno ai piatti. Mentre mi ricordai di quanto ero felice nella presenza del mio Signore. Decisi di ritornare, abbandonare il peccato, abbandonare tutto e consegnarmi.

Vescovo, oggi sto scrivendo qui con una felicità che confesso era da molto tempo che non mi sentivo così. Questo Digiuno di Daniele sta essendo il mio tutto per il tutto di Dio.

Oggi, in questo giorno 08/02/2015, posso dire, AH CHE GIORNO!

Ringrazio Dio per ogni proposito fatto per me, ogni lacrima. Soprattutto per Dio che non ha rinunciato a me!

Sara Daniele

Blog: Vescovo Macedo.
http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/

.

.