25/02/13

Meriti della Fede (Vescovo Wagner Simoes)




“L’espressione “ Aiutati che Dio ti aiuta”, avviene nella pratica quando la persona merita e soprattutto quando manifesta la sua fede!

L’apostolo Giacomo domandò: Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per mezzo delle opere, quando offrì il proprio figlio Isacco sull'altare? (Giacomo 2.21). 
Significa che Abramo materializzò la sua fede per mezzo dell’obbedienza. Questo fu sufficiente perché fosse considerato giusto e meritevole davanti a Dio. Lui non credette solamente, ma prese un’attitudine in merito al suo credere.

Questo tipo di opera e rivolta verso una fede vera; per questo Giacomo afferma che senza le opere la fede è morta. Si può anche aggiungere che la fede senza le opere è mortale, perché fa pensare alla persona, che solo il fatto di aver fede è sufficiente.

Sta di fatto che l’obbedienza alla Parola del Signore rende il peccatore degno, giusto e santo davanti a Dio; e a causa di questo che si compiono le Sue promesse.

La Bibbia definisce Dio come il rimuneratore di quelli che Lo cercano. Tale ricerca avviene quando si pratica o si obbedisce alla Sua Parola. E, essendo Lui il rimuneratore, il Suo lavoro è premiare coloro che sono meritevoli della ricompensa, quelli che fanno la differenza.

La Bibbia non dice che Dio è un donatore, perché significherebbe donare a qualsiasi persona, ma è colui che premia chi è degno. E qui la grande differenza!

Il decimista fedele, per esempio, diventa degno delle ricchezze divine, e ha il diritto al “premio” promesso da Dio. Che tipo di “premio?” 
Benedizioni senza misura, secondo quello che è scritto in Malachia 3.10:

“Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia cibo nella mia casa, e poi mettetemi alla prova in questo», dice l'Eterno degli eserciti, «se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione, che non avrete spazio sufficiente ove riporla..”

(Vescovo Wagner Simoes ). 

Dos venenos y el antídoto




Hay dos cosas que impiden a una persona de cambiar de vida:
-La gravedad del problema
-El alivio temporal de un problema

La gravedad del problema es cuando la persona se siente sin fuerzas, impotente delante de un problema aparentemente sin solución. Un cáncer. Un amor perdido. Un negocio fracasado. Un problema imposible de resolver.

La persona se siente tan débil, tan incapaz, que ella desiste antes mismo de luchar. O se cansa de luchar y entonces desiste.

La número 2 es curiosa. Yo tengo observado que cuando una persona pasa por un problema, busca ayuda y consigue un alivio, es común ella acomodarse, relajarse por el hecho de que la situación no esté tan mal como antes.

El cáncer está bajo control. Las peleas en el matrimonio ahora son solo de vez en cuando en vez de todos los días. Consiguió dos nuevos clientes en el negocio que van a mantener sus cuentas al día, por lo menos por ahora. En fin, una solución temporal.

Pero, fíjese que el problema no desapareció – apenas mejoró.
El denominador común de esas dos cosas es que ambas consiguen el mismo resultado:
-Hacer que la persona pare de luchar.

Por lo tanto, aquí están dos antídotos:
-Entregue la gravedad del problema a Dios. Él es el que hace los milagros, no usted. Como la situación será solucionada es problema de Dios. Su problema será luchar hasta el fin.
Cuidado con el alivio de un problema que no es definitivamente resuelto. Corte el mal por la raíz. Si la situación mejoró, ahora no es la hora de descansar, mas de seguir luchando para garantizar que aquel problema nunca más levantará la cabeza.
En resumen: Para cambiar de vida, nunca deje de luchar.

Centro de Ayuda Espiritual - IURD/Chile

.

.