28/04/14

Di chi erano quelle ossa?


Senza dubbio, il passaggio biblico in cui Ezechiele fu trasportato in una valle di ossa secche per profetizzare a loro è una delle più conosciute (Ezechiele 37:1-14).
In lei c’è qualcosa che chiama la nostra attenzione: Di chi erano quelle ossa?

Probabilmente, di giudei che morirono in una battaglia e ebbero diritto ad un funerale secondo le tradizioni giudaiche. Loro, furono sconfitti!

D’altra parte, sappiamo che il popolo d’Israele era invincibile quando era unito all’Altissimo. Fino a quando erano nella fede, era impossibile sconfiggerli, per quanto potessero essere più grandi i nemici.

Dinanzi a questa evidenza, siamo giunti alla conclusione, che loro diventarono ossa secche, perché smisero di ascoltare la profezia. Rifiutarono la voce della fede sacrificale, la voce di Dio. Ma dato che Dio è il Dio dell’impossibile, il passaggio ci fa comprendere che, per quanto la vita di qualcuno possa essere distrutta, al ricevere la profezia, lei può rinascere dalle ceneri.

Abbiamo appreso che, quanto avvenuto con le ossa secche, può accadere nella vita di una persona nel senso opposto. Se lei lascia di ascoltare la voce della fede e di vivere la fede sacrificale, può iniziare a cadere, perdendo lo spirito, la pelle, la carne, i tendini e perfino diventare ossa secche.

Molte persone un giorno, sono arrivate in chiesa distrutte e, per aver esercitato questa fede, conquistarono, diedero testimonianza, ma con il tempo si sono raffreddate, pensando di aver conquistato con il loro stesso braccio e passarono a perdere, tornando perfino nella valle delle ossa secche. Per questo, la fede deve essere costante e il sacrificio quotidiano!

In qualche modo, sappiamo che indipendentemente dalla situazione che qualcuno sta vivendo, la fede nelle profezie hanno il potere di portare all’esistenza tutto ciò che non esiste. È questa fede che staremo vivendo nel giorno 11 di maggio, in tutte le Chiese Universale.

Blog: Vescovo Macedo.

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