29/10/15

Nel dolore o nella fedeltà?


Entrambi vogliono, desiderano, bramano, gridano affinché Dio veda le loro necessità, però, fin quando uno piange, l’altro non ha il diritto di esigere!

Esistono due comportamenti che sono completamente differenti nella persona che è fedele e quella che è infedele, poiché nonostante entrambe vogliono la stessa cosa, che Dio risponda alle loro richieste, il loro modo di agire è abbastanza differente!

Adesso, osserva:
L’INFEDELE: La persona che è infedele a Dio, ma che conosce la Bibbia, i Comandamenti e le Promesse, chiede a Dio di ricordarsi del suo dolore, della sua afflizione, delle sue necessità.

IL FEDELE: Mentre la persona che è fedele a Dio, ai Suoi Comandamenti, chiede a Dio di ricordarsi della sua fedeltà, non dei suoi problemi, delle sue necessità. Lei chiede a Dio di pesare nella Sua Bilancia giusta, che è l’altare, la sua fedeltà.

Ti supplico, o Eterno, ricordati come ho camminato davanti a Te con fedeltà e con cuore integro.  2 Re 20:3

Il fedele chiede a Dio che prima risponda alla totalità del suo servizio, della sua Fede, della sua fedeltà, della sua confidenza, della sua obbedienza a Lui. Queste sono state le parole di Ezechia quando era stato designato per morire, a causa di un problema di salute, di conseguenza, lasciare il suo regno distrutto, visto che era già stato minacciato dal re dell’Assiria. Inoltre, Ezechia sarebbe morto senza lasciare un erede, una nazione stabile, e molto meno una famiglia salva.

Lui aveva molte necessità, molte più di noi, come re, come marito, padre, leader, ma prima di tutto ciò, lui era fedele a Dio.
Dio non si sensibilizza con i nostri dolori, afflizioni, minacce, lacrime, responsabilità, problemi che stiamo affrontando. La prova è che tutte le volte che il Signor Gesù ha incontrato una persona che piangeva, la prima cosa che faceva era di comandare alla persona di smettere di piangere. In altre parole, le tue lacrime, non risolveranno il tuo problema, e non serviranno a nulla. La persona fedele, si appella alla sua fedeltà!

Ezechia sapeva di non essere perfetto, ma si appellò a Dio nella pienezza del suo cuore: ossia, se il suo cuore, la sua fedeltà, non erano totalmente Suoi, nei buoni e nei cattivi momenti; se la sua Fede, la sua confidenza, la sua obbedienza, non erano rivolte a Lui.

Ezechia aveva chiesto a Dio di pesare nella Sua Bilancia, e Dio pesò, e cambiò quel quadro, Egli fece ciò che lui non gli aveva chiesto – lo curò, prosperò il suo regno, lo liberò dagli assiri, salvò la sua famiglia inoltre benedì i suoi eredi.
Vuol dire che Dio ha fatto le cose al di là di quello che poteva immaginare, perché lui si appellò alla sua fedeltà!

Però esistono persone che non sono benedette, pur decimando, offrendo e lavorando, perché? 
Perché sono infedeli a Dio, perché l’infedeltà non è tradotta in pratiche, ma in ciò che sei tu nel tuo cuore e se lo stesso appartiene a Lui o no.

Caro(a) lettore (a) fedele, non aprire la mano dalla tua fedeltà, perché lei non ha prezzo. Non venderti alle tentazioni, perché la tua fedeltà vale molto di più di tutto l’oro, tutto l’argento, di tutta la notorietà, di tutti i diplomi o titolo che possa esistere al mondo. Non aprire la mano dalla tua fedeltà, perché se tu lo facessi, è perché non ha un’alleanza con Dio, giacché, CHI HA UN’ALLEANZA CON DIO È FEDELE!

Dio è con te e anch'io!

Vescovo Julio Freitas

Uma Regra de ouro que Jesus nos deixou

Il migliore in tutto

Il migliore in tutto

Il Dio Altissimo è il meglio di tutto. Il Miglior Signore, Il Miglior Consolatore, Il Miglior Padre, Il Miglior Inspiratore, Il Miglior Amico, La Miglior Guida, Il Miglior Marito… 
E anche noi, come Suoi rappresentanti qui sulla Terra, dobbiamo differenziarci come i migliori in tutto, al fine che tutte le persone intorno a noi possano vedere che Egli è attraverso di chi noi siamo.

Il problema è che molti non prestano la giusta attenzione a questo, o hanno perso questa visione con il passare del tempo. Questi sono i migliori in chiesa e nei servizi direttamente legati al campo spirituale, ma lasciano a desiderare nelle loro mansioni quotidiane come padri, figli, mariti, mogli, dipendenti, titolari… 
Cercano di migliorarsi come servi di Dio, ma dimenticano di perfezionarsi come servi dei loro somiglianti. Così, non c’è da straniarsi se la sua fede perde credito davanti a coloro con il quale convive.

Dobbiamo ricordarci che, per compiere con efficienza la missione che ci è stata data per guadagnare anime, è fondamentale che siamo considerati come un punto di referenza per chi non conosce Dio, perché loro possano avere interesse nel conoscerLO. Infine, chi desidererebbe servire il Dio Eterno di un padre distante, di un figlio problematico, di un marito rilassato, di una moglie irritante, di un dipendente pigro o di un titolare ingiusto? 
A quale persona piacerebbe conoscere la fede di un’altra che si comporta peggio di lei? 
L’Altissimo, nella Sua Infinita Saggezza, ci orienta a questo riguardo:

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Matteo 5:16
Come riuscire ad essere migliori in tutto? 
Dio lascia il consiglio in Colossesi 3:17-24:

E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù… 
E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini… 
Poiché voi servite a Cristo, il Signore.
Ossia, ci dobbiamo comportare dinnanzi ai nostri somiglianti come se stessimo davanti a Dio, trattarli con la stessa dedizione con la quale trattiamo Dio e fare per loro come se stessimo facendo per Dio! 
Tutto questo in Nome del Signor Gesù, avendo la consapevolezza che Egli sta ricevendo nelle Sue Braccia le anime guadagnate attraverso della nostra testimonianza!

Essere migliore in tutto, non è arroganza, prepotenza, orgoglio e neanche vanità. Ma è mostrare il DNA dell’Onnipotente che scorre nelle tue vene. Essere il migliore in tutto è di competenza cristiana.

28/10/15

Santa Ignoranza

Santa Ignoranza

Iniziare a pensare e a mettere in discussione la situazione in cui si vive è il punto di partenza per l’azione della fede intelligente. Abraamo era un uomo che metteva sempre in discussione la sua vita e per questo si rivoltava con la religiosità della sua epoca, soprattutto perché vedeva che questa non poteva fare nulla per lui e la sua famiglia. Come avrebbe potuto credere in ciò che non poteva fare nulla neanche per se stesso? La sua rivolta e la sua intelligenza aprivano il cammino per conoscere il Vero Dio. Ma prima di essere Abraamo, lui era chiamato Abramo. Era un caldeo, un popolo che, come i suoi vicini, aveva dei per tutto: dio per questo e per quell’altro, dio dell’acqua, della fertilità, della piantagione, dei tuoni ecc.

Per Abraamo, Dio era Signore di tutte le cose, era Supremo e Sovrano.

Il padre di Abraamo, dice la tradizione giudaica, era un mercante di immagini, era un uomo devoto alle immagini, vendeva le immagini degli dei caldei. Un giorno, il padre di Abramo dovette uscire e lo lasciò per la gestione del negozio di immagini.

Abramo, rivoltato con tutto ciò, poiché il padre non credeva in un Unico Dio come lui stesso credeva, prese un martello da fabbro e ruppe tutte le statue, ma lasciò intatta la più grande di tutte, una di grandezza naturale, mise il martello tra le braccia dell’immagine e rimase lì aspettando il padre.

Quando il padre tornò, vide tutte quelle macerie, che era tutto distrutto. Guardò verso la statua più grande che aveva il martello tra le braccia e domandò al figlio che cosa fosse accaduto.

Abraamo gli disse che l’immagine grande aveva fatto quella strage rompendo tutto, e il padre gli rispose come avrebbe potuto fare una cosa simile se lei non aveva vita, era soltanto una statua!

Abramo allora gli rispose che, se lei era soltanto una statua e non aveva vita, perché il padre credeva in lei?

27/10/15

Benedizione della Primogenitura (Parte 1)



Nel capito 1 nel libro di Malachia, versetto 2, Dio disse queste parole:

Io v’ho amati, dice l’Eterno. Ma voi dite: In che cosa ci hai amati?. Esaù non era forse fratello di Giacobbe?, dice l’Eterno. Tuttavia io ho amato Giacobbe.

Le persone che vogliono che Dio dimostri il Suo amore per loro per mezzo di parole, sentimenti o, tollerando i loro errori.

Dio, perché ci ama, ci perdona e non assolve il peccatore! Perché lui impari dal suo errore, cresca, maturi, e diventi un esempio positivo di qualcuno che ha sbagliato, ma che ha riconosciuto il suo errore, lo ha confessato e abbandonato e, che adesso pratica ciò che è giusto, che è vero, che è sicuro!

Le persone vogliono che Dio, le ami e che inoltre, tolleri i loro errori, inoltre che lo benedica pur praticando ciò che è sbagliato! E Dio, Lui cammina nella Verità, Lui cammina nella Giustizia, Lui cammina nella Luce!
Se io voglio camminare nelle tenebre, Dio può camminare insieme a me?
Se io voglio mentire, Dio può camminare insieme a me?
Se io voglio praticare l’ingiustizia, Dio può camminare insieme a me?

No! Se io voglio camminare con Dio, se voglio che Dio cammini insieme a me, io devo amare la giustizia, devo amare la luce, devo amare la verità.
Dio ha detto “Io vi amo”, ma voi dite che non vi ha amati! Guarda i miei problemi; guarda le mie necessità, guarda quanta sofferenza! …
Si, ma Io non sono la causa della vostra sofferenza! 
Io non sono la causa del vostro dolore! 
Voi state raccogliendo ciò che avete seminato! 
Ma non per questo Io ho smesso di amarvi!

Perciò Egli domanda: “Esaù non era forse fratello di Giacobbe?”

Chi è stato Esaù? 
Il figlio primogenito del figlio della Promessa, il figlio di Isacco, che era il figlio di Abraamo, e Abraamo camminò con Dio.
Abraamo ha avuto le sue lotte, le sue difficoltà, è passato per momenti difficili, ma non per questo ha dubitato dell’amore di Dio, ne della Promessa e neanche dell’attenzione Divina! 
È diventato padre a cent’anni, è diventato padre di Isacco. Nei suoi ultimi giorni di vita, che cos'ha fatto Abraamo con Isacco?

Qual è stata l’eredità che Abraamo ha lasciato a Isacco? 
La benedizione che lui aveva ricevuto da Dio!
Ciò che arricchisce l’essere umano, non sono i beni materiali, non sono i diplomi, non sono i titoli, ciò che arricchisce l’essere umano, è la benedizione di Dio! 
Lui ci da la salute, Lui ci da la saggezza, Lui ci da la forza! 
La benedizione di Dio! 
Così Abraamo passò la benedizione a suo figlio, impose le sue mani su suo figlio. E suo figlio Isacco è stato benedetto come lo è stato Abraamo, primogenito di Dio.

Lui ricevette la benedizione della primogenitura. Isacco ebbe due figli, Esaù era forte, era un cacciatore, in quell'epoca era molto importante che l’uomo fosse così! 
In quell'epoca non c’erano gli eserciti, loro erano molto ricchi. Abraamo fu ricchissimo, e lasciò la benedizione a Isacco e tutte le sue ricchezze! 
Solo che il suo segreto, come il segreto di suo padre, non erano i beni materiali, era la benedizione di Dio!
Adesso, Esaù, non vedeva in questo modo, lui vedeva i beni, suo nonno era stato ricco, di successo, è stato un uomo di Dio, mio madre lo stesso, io erediterò naturalmente …. Che cosa?”
 …. Le ricchezze di mio padre!

È l’ordine normale della vita, io sono il primo figlio, quindi una parte dell’eredità è mia! 
Lui era già forte, coraggioso, cacciatore. La Bibbia dice che era peloso! 
Capellone, coraggioso. La Bibbia dice che aveva molte pretendenti!
Non era il caso di Giacobbe, lui era un uomo calmo, di casa, era completamente differente da suo fratello! 
Solo che questi commise un grave errore, lui disprezzò la benedizione del padre. Lui disprezzò l’imposizione delle mani del padre, che gli avrebbe passato ciò che ha più valore, che il denaro non può comprare! Che le guerre non conquistano! Che la bellezza, la salute, la fama non gli da!

Ci sono cose nella vita, che il denaro non compra, il tempo non conquista, tutto non ci da!

Lui ha disprezzato la benedizione di Dio, la benedizione del padre, la benedizione della primogenitura, e lui, guardò soltanto in ciò che era materiale, nell'oro; nell'argento; nei beni; nei servi che aveva ereditato dal padre. Lui ereditò animali, migliaia di animali, e disprezzò lo spirituale!

Suo fratello, che non era il primogenito, ma che era spirituale, lui disprezzò il materiale, lui non voleva ciò che era materiale. Lui non si preoccupava dell’oro della tenuta, con i servi, con le serve, con gli animali! 
Lui si preoccupava, con ciò che il padre aveva ricevuto dal nonno! 
… Che cos'era? …
La benedizione della primogenitura, l’imposizione delle mani del padre al figlio, dicendogli: “figlio ricevi la benedizione che Dio mi ha conferito. Io la passo a te!”

La benedizione di Dio non si conquista con parole, la benedizione di Dio, si conquista con obbedienza, sacrificio, perseveranza, lotta! 
Tu che lotti contro di chi? 
Contro gli altri! Si o no!?
No! 
Lottando contro il tuo stesso “io”, contro l’autosufficienza, sono intelligente, sono capace, sono forte, che era l’errore di chi? 
Di Esaù!

Dio è con te e anch'io!

Vescovo Julio Freitas

Obiettivo del talento

Obiettivo del talento

Nella parabola dei talenti, documentata in Matteo 25:14-30, possiamo notare che il Signor Gesù non ha dato i talenti ai Suoi servi invano. Lui aveva un proposito, un obiettivo, una visione, un’aspettativa riguardo a questi talenti. Ti sei già domandato perché Dio ti ha dato il talento che hai? 
Che cosa aveva in mente quando Ti ha concesso una capacità maggiore per una determinata cosa? 
O qual è la Sua intenzione nell'abilitarci ad un incarico specifico?

Dio vuole ricevere i frutti di questo talento, ossia, moltiplicare il talento. Così come quando diamo qualcosa a Dio e ne riceviamo moltiplicato, anche Lui quando ci da qualcosa deve ricevere moltiplicato! 
Non c’è nulla di più giusto, non è vero?

Esistono talenti che nascono già con noi, ed altri che dobbiamo sviluppare in rapporto alla nostra crescita e maturità. Lo sviluppo di questi nuovi talenti non è un qualcosa di superfluo o dispensabile, ma è un obbligo! 
Per di più, non è questo che Egli ha preteso dai Suoi servi, nella parabola? 
Che guadagnassero altri talenti attraverso quelli che gli erano già stati dati?

Il talento moltiplicato è ciò che abbiamo acquisito per mezzo di quelli che avevamo dalla nascita. Il servo buono e fedele moltiplica i talenti che ha ricevuto, ossia, sviluppa gli altri talenti attraverso loro! 
Non si accontenta di ciò che sa già fare, ma cerca di fare di più! 
Non restituisce soltanto ciò che ha ricevuto, ma restituisce anche quelli che ha sviluppato!

Nella parabola, colui che aveva cinque talenti, ne guadagnò altri cinque; colui che ne aveva due, ne guadagnò altri due. Questo significa che possiamo sviluppare almeno un talento di ogni talento che abbiamo! 
Che cosa straordinaria!

Il talento che tu hai, qualunque esso sia, non ti è stato dato invano. Perciò, non riceverlo invano, conforme a quanto è scritto:
"Ora, essendo Suoi collaboratori, vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio." 2 Corinzi 6:1

Dio ti ha concesso questo talento perché tu sia un Suo cooperatore, salvando e moltiplicando gli altri talenti, per salvare di più! 
Ogni talento che possiedi o sviluppi è un canale in più per guadagnare anime. Questo significa che, quanto più talenti possiedi, più anime potrai guadagnare!

Che cosa farai, adesso che hai compreso l’obiettivo del talento?

26/10/15

Amore e rispetto

Amore e rispetto

Ma ciascuno di voi così ami la propria moglie come ama se stesso; e similmente la moglie rispetti il marito. Efesini 5:33

In pochi versetti (dal 22 al 33), Paolo rivela il grande segreto per un matrimonio di successo. La sua spiegazione complessiva, si riassume in due fattori: amore e rispetto.

Amore e rispetto. Due parole semplici che sono diventate realmente banali: nel momento in cui hanno perso il senso originale nella testa della maggior parte delle persone, fanno le stesse, girare gli occhi e pensare “come se non lo sapessi o non le praticassi …”. Il concetto elaborato automaticamente impedisce una riflessione più profonda su queste due parole, ed è proprio lì la causa della rovina di molti matrimoni.

Nelle discussioni tra coniugi, quando la moglie pretende dei comportamenti che dimostrano amore da parte del marito, normalmente lui arriva con la risposta “ma è chiaro che ti amo”. Allo stesso modo, quando un marito pretende più rispetto da parte di sua moglie, lei si difende con un “ma certo che ti rispetto!” In realtà, se i giustificativi fossero reali, non ci sarebbero pretese. Se le pretese sono reali, significa che anche l’assenza di questi due fattori è reale.

Questo accade perché, molte volte, il marito che dice di amare sua moglie, è lo stesso che la lascia in ultimo piano, che non apre mai la mano dalle sue preferenze e dalla sua vita da single. Similmente, quando la moglie dice di rispettare il marito, è la stessa che permette le interferenze dei genitori nel loro rapporto, che prende decisioni autonomamente e non da credito all'opinione del suo compagno. Non vi è alcuna correlazione tra ciò che dicono o fanno, tra parole e azioni. Un concetto molto superficiale su ciò che realmente è l’amore e il rispetto.

Per chi non ha molta famigliarità con il reale significato di queste due parole, la Bibbia fornisce la spiegazione e inoltre mostra come metterle in pratica:

– Amore: consegna.

Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato Se stesso per lei. Efesini 5:25

– Rispetto: sottomissione.

Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore. Efesini 5:22

Il consiglio lascia evidente che ogni – uomo e donna – ha il suo ruolo, giacché ognuno ha anche le proprie necessità. Se i ruoli vengono adempiuti, le necessità saranno saziate. L’uomo ha bisogno di rispetto, mentre la donna ha bisogno di amore. Quando uno offre all'altro esattamente ciò di cui necessita, allora il matrimonio sarà felice. Per questo, Paolo ha orientato ad ognuno a concentrarsi in ciò che deve fare per l’altro, e non in ciò che l’altro deve fare.

Amore e rispetto. Queste due parole, custodiscono ciò di cui tu hai bisogno di dare, non ciò di cui hai bisogno di ricevere.

Cosa ci mantiene in piedi

Cosa ci mantiene in piedi

Ah, che giorno ineguagliabile quello in cui lo Spirito Santo ci ha rivelato il Santo Cammino, che è il Signor Gesù! Abbiamo imparato che camminare per Lui, giungiamo alla Salvezza.

All'inizio della camminata, la maggior parte dei cristiani è temente, poiché il ricordo del loro amaro passato è ancora vivo. Però, senza la dovuta attenzione concernente la vita spirituale, il tempo fa svanire questo ricordo e, i valori Divini, poco a poco vanno perdendosi.

Il timore al Signore e alla Sua Parola è la cosa più importante, poiché è questo che rende possibile l’obbedienza. In assenza di questo principio fondamentale della vita cristiana, la persona si rende libera e senza ritegno a ogni tentazione.

Questo significa che lei si trova in grande pericolo, perché il male la istigherà frequentemente in qualche modo per agire contro Dio. Puoi notare che lo stesso Signor Gesù ha affrontato questo confronto, quando fu tentato dal diavolo. Tuttavia, per timore riverente a Suo Padre, Egli rimase stabile, mostrandoci come reagire velocemente all'azione delle tenebre.

Quando però, la fede non cammina più di pari passo con il timore, la persona diventa vulnerabile agli attacchi del male.

– Senza timore, lei non riesce a mantenere la sua integrità davanti alla facilità nell'essere disonesta e rubare;
– Senza timore, lei non resiste più alla tentazione cliccando su materiale pornografico che normalmente arriva senza alcuna richiesta;
– Senza timore è impossibile mantenere il cuore pulito quando si è pregiudicati e traditi da persone care;
– Senza timore, lei non è più calma e non riesce a non fare ritorsioni contro le calunnie;
– Senza timore, lei non si opporrà più alle influenze imponenti che riceve al lavoro, a scuola, nella cerchia di amici ecc., su droghe, bugie, sesso e malvagità;
– Senza timore, lei non protegge più la sua fede quando subisce un’ingiustizia e quando è giudicata;
– Senza timore, i desideri aumenteranno di volume nella sua mente aperta che è senza protezione, e prima o poi, scoprirà che la carne grida per avere sollievo.

In questo modo nasce il peccato.

Mentre una persona senza timore ha molti pretesti per cadere, quella che è temente, pur avendo motivi realmente avversi, rimane fedele. Lei si trova in circostanze che la possono fare sviare dalla fede, ma il suo timore è una difesa contro questo, lei lotta per mantenere i suoi pensieri, intenzioni e cammini puri.

Osserva che magnifica comprensione riguardo il timore:

La mia carne trema tutta per paura di Te, e io temo i Tuoi decreti. Salmo 119:120 (ND)
Il salmista dice che non sente solo Amore per la Parola di Dio, ma la sua anima trema di paura al pensare nei decreti dell’Altissimo in risposta al peccato. Gli si rizzano i peli del corpo a causa dei brividi per la profonda paura della disciplina che potrebbe subire, nel caso trasgredisse.

Nota che lui ha timore a Dio e teme Dio, per questo si allontana dal peccato.

Chi possiede questo timore, teme e trema al sol pensiero di perdere il privilegio della presenza dell’Onnipotente. In questo modo, per non correre il rischio, si perfeziona ogni giorno di più nella sua comunione con Dio. Ogni parola ascoltata o letta nelle Sacre Scritture parla profondamente e nutre il suo spirito.

In contrasto, colui che ha perso il timore, può avere conoscenza sulle stesse cose, ma vaga per le vie tortuose del peccato nella sua mente fino a giungere al momento in cui il diavolo lo metterà al tappeto in un solo colpo!

Fondare la vita sul timore è fondarla sulla Roccia Eterna, e vivere così sicuro per sempre.

Ha collaborato: Nubia Siqueira.

23/10/15

Non alzarti da Tavola!

Non alzarti da Tavola!

I problemi in risolti ti scoraggiano? 
Gli obiettivi raggiunti ti hanno fatto sentire autosufficiente? 
Il cattivo esempio di qualcuno ti ha fatto inciampare?

Tutto questo, e molto di più, purtroppo hanno fatto si che ti assentassi dalla Tavola del Signore… 
Adesso domando a te, che un giorno sei stato seduto a Tavola, che hai partecipato insieme a noi a molti momenti speciali, ma che per qualche motivo, ti sei assentato… 
Ti sei scusato per non essere più tornato… 
Com'è la tua vita?

Piena? Realizzata? Valorizzata?  … Vuota?
 Triste? 
Senza senso o giusta direzione? 
Esiste una spiegazione per l’angoscia in aumento e il disgusto che stai provando.

Nella vita, nulla accade per caso… 
E se per caso, ti sei dimenticato per quale motivo un giorno, senza alcuna spiegazione apparente, ti sei trovato all'interno della Comunità Cristiana dello Spirito Santo, seduto ad ascoltare tutto ciò di cui avevi bisogno, ma adesso ritieni che non sia più necessario, ripensaci, poiché la tua vita è cambiata molto di più di quello che potevi immaginare, e regredire non è una scelta!

Padre e madre, pensa insieme a me: Immagina di essere a tavola con la tua famiglia e, all'improvviso, uno dei tuoi figli, senza alcuna spiegazione o senza dare alcuna soddisfazione, si alza assentandosi da tavola… 
Ti domando, “ti sentiresti bene?” 
Chiaro che no!

Al contrario, ti sentiresti triste, preso in giro per la mancanza di considerazione e rispetto da questo/a figlio/a. Se si trattasse di un estraneo, il sentimento non sarebbe lo stesso, perché si tratterebbe di un estraneo (ad esempio in un ristorante, vi sono molte persone che si siedono e si alzano, ma non ci importa, perché sono estranei), adesso, un figlio, una figlia, rattrista molto, dopo così tanti sacrifici fatti per loro.

La stessa cosa, la “sente” Dio, poiché, molti senza alcuna ragione, senza che Lui li abbia delusi, mentendo o parlando, si  sono assentati dalla Sua Tavola.

Chiudi i tuoi occhi in questo esatto momento!

Dio vuole farti ricordare di qualcuno che Lui vuole che stia al Suo Tavolo. Si, è proprio questa persona!

Tu dici, “no, non può essere, questa persona no, lei/lui parla male della nostra fede, lui/lei ci critica, ci disprezza…”, ma è proprio questa che Lui ti sta facendo ricordare, perché, Dio non si è mai dimenticato di lui/lei. Invitala, per domenica prossima, per prendere posto a Tavola, poiché questo continua ad essere vuoto, nella speranza che lei torni! 
Se il tuo invitato ti dirà che si sente meglio di quando partecipava alla Riunioni pratiche, intelligenti ed efficaci della Comunità Cristiana dello Spirito Santo, digli in faccia: “ Questa è una tua bugia, perché mi ricordo molto bene di come stavi quando frequentavi la Comunità Cristiana e, come stai adesso”.

Abbandona le manie, le scuse e andiamo insieme, questa Domenica, a sederci al Tavolo del Dio-Vivo, al quale importa veramente di te!”

Dio conta su di te e anch'io! 
Ti vedrò nella IURD, o sulle Nuvole.

Domenica, alle h 7.30 e alle h 9.30 Comunità Cristiana dello spirito Santo più vicina a te!  http://iurditalia.org/chi-siamo/dove-siamo/

Vescovo Julio Freitas

22/10/15

Il dolore della mia ingiustizia
















Cara signora Vivi, buon giorno!

Ieri, quando ha fatto la prima domanda, mi è venuta subito in mente la risposta: IL MIO DOLORE È STATO LA MIA INGIUSTIZIA VERSO DIO, LA MIA INGRATITUDINE, IL MIO PECCATO, LA MIA TESTARDAGGINE, IL MIO EGOISMO … E se dovessi continuare a scrivere, credo che questa lettera non finirà più per quanto è lunga questa lista.

Le scrivo ciò che ho vissuto di recente. Sapevo di avere molte riserve e, questa consapevolezza gridava dentro di me, perché, con il mio modo di essere, stavo dando dispiacere a Dio .

Un giorno quando mi sono posta ai piedi del mio Dio, sfogandomi, ho implorato il Suo perdono. Gli ho detto: “Mio Dio, questa sono io, ma non voglio più essere così! Perdonami, aiutami!” Mi sono sentita una FOGNA UMANA. Avevo scoperto che SI TRATTAVA tutto quello che ho riportato qui sopra. Mio Dio, che vergogna! Ho sentito un dolore nell’anima quando ho visto quanto sono stata meschina, egoista, del dispiacere ho recato al mio Dio. A Colui che ha dato TUTTO per me, pur essendo una peccatrice.

Dio mi ha mostrato che io davo, ma che volevo sempre qualcosa in cambio. Per esempio, aspettavo che prima qualcuno mi telefonasse e, solo dopo io tornavo; che la mia amica mi inviasse un SMS e, soltanto dopo le rispondevo; che le persone venissero da me, ma io non mi avvicinavo … Tutto questo era egoismo, orgoglio.

Dio mi ha parlato chiaramente: “Immagina se IO avessi dovuto aspettare che tu MI amassi per prima, per poi dare Mio Figlio per te!” Vedendo il mio peccato, il mio errore ho pianto. Ho chiesto perdono ed ho odiato i miei sentimenti, le mie manie, il mio modo di essere, tutto quello che ho pensato che fosse giusto, tutto quello che ho fatto.

Forse lei non si ricorda di una volta in cui le ho parlato, giustificando il mio modo di essere, così lontana, distante … e lei mi disse: “Tu non mi chiami …” ed io le risposi, che pur amandola, il mio modo di essere era così …

Nell’istante in cui ho detto: IL MIO MODO. Non è il MODO CHE DIO VUOLE CHE IO SIA. Dio mi ha mostrato che il modo che io pensavo fosse giusto, in realtà non lo era.

Mi ricordo di aver già avuto dei pensieri sbagliati, negativi, nel vedere da vicino le altre persone. Per il fatto che ero convinta di non essere come loro, credevo che fossero dei “ruffiani”. Scusi l’espressione usata, ma ANNA prima ERA così.

Signora Vivi, le sto scrivendo con le lacrime agli occhi al sol pensiero di quanto ho sbagliato. È dovuto passare molto tempo prima che me ne rendessi conto, ma posso dire che sono anche MOLTO FELICE, perché adesso non ho nulla che mi accusa, che mi allontana. Sono senza riserve, mi sento LIBERA e PULITA.

Un bacio, con affetto
Ana Menezes

Probabilmente, anche tu ti trovi nella stessa situazione raccontata qui sopra e, desideri ardentemente di cambiare. Chissà, forse hai commesso tanti errori, ma vuoi metterti a posto urgentemente con il Dio Altissimo.

Durante la Sera della Salvezza di questo mercoledì, tu avrai l’opportunità di trasformare la tua vita, i tuoi pensieri e i tuoi concetti. Non importa la tua situazione, metti da parte il tuo egoismo, i tuoi interessi personali e determina, con sete esclusiva per il cambiamento!

Luogo:

– Viale Celso Garcia, 605 – Bras.
Principalmente alle h 20.00.

In Italia: Comunità Cristiana dello Spirito Santo – Viale Monza, 101 Milano
Alle h 10.00 – 16.00 e, riunione principale alle h 19.30
E in tutte le nostre sedi.
Per maggiori informazioni:

Ha collaborato: Signora Viviani Freitas.

http://blogs.universal.org/bispomacedo/it/

Tutto dipende da questo

















Perciò, chiunque ascolta queste Mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque invece ode queste parole e non le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua rovina fu grande. Matteo 7:24-27

Il soggetto prudente è attento, cauto, discreto, previdente e vigile. Ossia, è quella persona che sceglie di seguire sempre la Verità, sapendo che questa premia la consapevolezza con la pace, la tranquillità e la calma. Gesù garantisce: QUESTA CASA NON È CROLLATA PERCHÉ È STATA EDIFICATA SULLA ROCCIA (VERITÀ).

Insensato è un modo “gentile” di considerare qualcuno alienato, demente, psicopatico, infermo di mente.

In altre parole, insensato è tutto ciò che si oppone alla ragione, al buon senso, e vuole trarre vantaggio in tutto e a qualunque costo. Quindi, sceglie la menzogna, l’inganno, il furto, la corruzione… Questa è la via più facile. Alla fine, la possibilità di tragedia è del 100%. Gesù garantisce che LA SUA ROVINA SARÀ GRANDE.

Non vi è altro modo, nella vita, tutto dipende da queste Parole.
Il successo professionale dipende da questo;
Il successo economico dipende da questo;
La costruzione di una casa solida e felice dipende da questo;
Il rapporto amoroso dipende da questo;
La vita dipende da questo;
La salvezza dipende da questo;
Infine, TUTTO dipende da queste Parole.

Chi è prudente, capisce molto bene questo insegnamento straordinario del Signor Gesù, perché è evidente che tanto il prudente come l’insensato sono soggetti agli stessi problemi: CADDE LA PIOGGIA, VENNERO LE INONDAZIONI, SOFFIARONO I VENTI E SI ABBATTERONO SU QUELLA CASA …

La casa, in questo caso fa riferimento alla vita personale, alla famiglia, alla professione, agli affari, alla vita sentimentale, infine, è tutto ciò che riguarda la persona in se.

Inoltre, chiama l’attenzione il fatto che il Signore si sta riferendo a tutti coloro che ascoltano la Parola. Non esclude nessuno. Quindi, tanto il prudente come l’insensato, hanno accesso alla Parola e hanno lo stesso diritto di obbedire o disubbidire. Questo vuol dire che, tutti coloro che ascoltano sono responsabili della propria Salvezza davanti all'Onnipotente.

Il lettore di questo blog è stato prudente o insensato?

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19/10/15

Lo specialista (Parte 1 e 2)


Lo specialista  (Parte 1)

Come tuo nemico, lui ti osserva, ti analizza e cerca accuratamente il tuo punto debole, per poi, nel momento più opportuno, poterti attaccare!
Sapevi che il diavolo ha una specialità? 
Si, in realtà lui è un grande conoscitore e specialista della “carne-sentimenti”. Il signor Gesù ha lasciato ben chiaro che il diavolo ha una caratteristica ben definita, poiché, come nemico n°1 della nostra anima e di Dio, lui sa che la base della vita è: IL NOSTRO SPIRITO!

Quindi, se il nostro spirito è forte, anche la nostra anima lo sarà, così come il nostro corpo, e tutto ciò che ne fa parte – salute, vita sentimentale, famiglia, vita economica, vita universitaria.

Allora, che cosa fa il diavolo?

Lui si dedica a lavorare in ciò che conosce meglio: la “carne” (debolezza umana-sentimenti). Perché? 
Perché siamo deboli nella nostra carne. Anche il Signor Gesù, lo ha lasciato ben chiaro, affermando:

“Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; certo lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.

Marco 14:38
Il diavolo sa molto bene di ciò! Perciò, lui investe, giustamente, nella nostra carne, perché possiamo cadere in tentazione, peccare, fare ciò che è pregiudizievole, avere malocchi, rancore, malizia, paura, ansia, egoismo, accomodamento, risentimenti, dubbi, insicurezza, adombramento, nervosismo, timidezza. Poiché, quando siamo nella carne, viviamo nei sentimenti, diamo attenzione a ciò che vediamo, ciò che ascoltiamo e sentiamo. Però, quando siamo in spirito, ignoriamo i sentimenti, le emozioni e le circostanze.

CHE COS'È RESTARE IN SPIRITO?

È essere posseduto dallo Spirito di Dio. Quando siamo in spirito, lo Spirito di Dio è su di noi. Ma, per chi è nella carne, qual è lo spirito che è su di lei? 
Lo spirito del maligno, che creerà una situazione, trappola, per peccare e di conseguenza, sbagliamo, così lui ci accuserà di quel vizio, malattia, depressione, nervosismo, prostituzione, omosessualità, violenza, idolatria, adulterio, separazione, depressione…
 Gesù disse che il diavolo è venuto per rubare, uccidere e distruggere. La sua strategia sarà sempre quella di lavorare nella nostra carne, perché lui sa che, nella carne, perdiamo sempre. Anche possedendo la Sacra Bibbia, credendo in Dio, quante sono le persone che hanno perso la battaglia contro gli spiriti? Perché? 
Perché siamo forti in spirito, ma deboli nella carne. ED È IN SPIRITO CHE VINCIAMO!

Abraamo – Com'è che Abraamo, nostro padre nella fede, ha vinto cinque potenti eserciti, cinque re che avevano già vinto altri re, quando non aveva neanche un esercito?
Abraamo aveva soltanto 318 uomini nati in casa sua, ma che avevano il suo stesso spirito, uno spirito forte. E fu esattamente con i 318 che Abraamo vinse i cinque re, cinque eserciti.

Mosè – Come ha potuto vincere Mosè il faraone, che era considerato il dio uomo sulla Terra? Il potere più grande che esisteva all'epoca?
 Come il faraone non ha ucciso Mosè, e neanche il suo esercito riuscì a toccare un solo filo dei suoi capelli? 
Perché Mosè era in spirito!

Continueremo lunedì …

Dio è con te e anch’io!

Vescovo Julio Freitas.

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Lo specialista (Parte 2)

“Che cosa significa camminare in spirito?”
Camminare restando connesso con Dio, facendo la Sua Volontà ad ogni istante. Quando abbiamo lo Spirito Santo, quando Lui è in noi, pensiamo, parliamo, agiamo e reagiamo come Dio Pensa, Parla, Agisce e Reagisce al posto nostro: siamo chi Dio Vuole che siamo! 
E, in questo vinciamo le tentazioni, i problemi, le tribolazioni, le persecuzioni, vinciamo il mondo, Gesù ha detto, tutto l’inferno.

L’esempio di Daniele, che fu gettato nella cova dei leoni. Per quale motivo i leoni non hanno potuto divorare Daniele? 
Perché lui camminava in spirito! 
Tuttavia, era un essere umano come me e te, dice la Bibbia, soggetto ai stessi peccati. Però quando abbiamo lo Spirito di Dio, i leoni non ci possono divorare. Possiamo essere lanciati nella cova, ma là, nella cova, lo Spirito santo sarà con noi e ci libererà.

Adesso, quando una persona non ha lo Spirito Santo, a titolo di esempio dei nemici di Daniele, prima che i loro corpi toccassero il fondo della cova, i leoni avevano frantumato tutte le loro ossa. Che cosa significa questo? 
Significa che le persone che sono nella carne, i demoni li prendono mentre sono ancora in aria. Ancor prima che giungano sul fondo del pozzo, sono già totalmente distrutti.

Caro(a) lettore (rice), il diavolo vuole usare tutti i mezzi per evitare che veniamo Battezzati con lo Spirito Santo, perché sa, con certezza, che quando questo avviene, noi diventiamo una minaccia per l’inferno, per il mondo, perché, siamo forti in spirito! Quindi, ti domando: è possibile che una persona, nel mondo in cui viviamo, restare in spirito se non è posseduta dallo Spirito Santo? No, assolutamente no!

La vera liberazione avviene soltanto quando la persona è Battezzata con lo Spirito Santo e i due versetti che seguono, mostrano chiaramente questo, che vi è Libertà solo dove vi è/abita lo Spirito del Signore. Così si, che siamo Liberi e Trasformati da creature a Figli di Dio.

“Or il Signore è lo Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà. E noi tutti (Senza veli-religiosità, senza maschera o trucco-finzione), contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la Gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.” 2 Corinzi 3:17-18

Vescovo Julio Freitas.

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Chi è di Dio accetta la disciplina.

Chi è di Dio accetta la disciplina.

Il corpo del Signore è disciplinato e lavora in armonia, poiché vi è accordo dentro se. Non vi è distinzione, giacché tutti gli elementi sono importanti perché fanno parte di questo Corpo.

Ci sono persone che sono in fila negli ospedali aspettando un trapianto di fegato perché il loro non funziona più. Io ti domando: Tu vuoi essere trapiantato, cambiato o strappato con forza? Noi identifichiamo questi organi danneggiati perché siano tolti dal nostro mezzo. Questo non è ingiustizia. Onestamente, ingiustizia è permettere che questo elemento rimanga contaminando tutto il corpo. Questa è la disciplina della chiesa.

Se qualcuno insiste nell'indisciplina, allora non fa parte del Corpo: ma è, un corpo estraneo.

Tu devi avere la sensibilità che, al disopra di tutto, Dio deve essere al primo posto nella tua vita, perfino al disopra della tua famiglia, pur essendo importante anche lei. Se la moglie introduce una parola di dubbio, istigando il pastore contro la chiesa, allora non è più un’ausiliaria, e il marito deve fare attenzione al suo cuore e correggerla.

Tu devi avere coscienza che è un Uomo di Dio. Collaboratore, pastore o vescovo sono soltanto dei titoli che gli sono stati prestati. Ma come uomo di Dio, ovunque tu sia, Dio sarà con te. Che cosa si aspetta Lui dai Suoi servi?

Quando Dio chiamò Giosuè disse così:

    Dopo la morte di Mosè, SERVO dell’Eterno, avvenne che l’Eterno parlò a Giosuè, figlio di Nun, ministro di Mosè, e gli disse …     Giosuè 1:1

Con Mosè, lo spirito Santo fa riferimento come servo del Signore, già con Giosuè, inizialmente, come figlio di Num. Nella storia universale di Dio, il nome del pastore, vescovo o collaboratore è incluso. Ma sarà, che è come servo del Signore o soltanto come figlio del proprio padre?

Dopo aver servito Dio con la sua vita, dopo esser stato chiamato con il nome do Giosuè, figlio di Num, è stato aggiunto servo del Signore, com'è scritto:

    Dopo queste cose, Giosuè figlio di Nun, servo dell’Eterno, morì in età di centodieci anni Giosuè 24:29

Tu come servo sei disciplinato, e anche la tua natura diventa disciplinata. È stato lo Spirito Santo che ha fatto questo. La disciplina è nata dentro di te quando tu, sei nato da Dio. E noi serviamo gli uni agli altri perché facciamo parte dell’armonioso Corpo del Signore Gesù. La persona che si ribella contro questa armonia non è di Dio, non serve Dio. Quindi, anche lei vuole essere espulsa.

Ma perché esistono persone che sono in chiesa da tanto tempo e non fanno parte del Corpo del Signor Gesù? Egli dice:

    Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?     Matteo 23:33

Questo è l’unico tipo di persona con il quale Gesù si rivolta: il falso, l’ipocrita, l’ingannatore. È quella persona che apparentemente è una cosa, ma dentro lei è un’altra: è finta e mascherata.

Vescovo Edir Macedo

Battesimo con lo Spirito Santo in Russia.


16/10/15

Segni...

Segni... 

Nessuno può dimostrare l’esistenza di qualcosa senza che ci sia un segno evidente. Per questo, Dio ha sempre usato lasciare segni evidenti perché la Sua esistenza fosse indiscutibile all’essere umano. Alla fine dei conti, contro i fatti non esistono argomentazioni. Le Opere dell’Altissimo sono così tangibili che non si possono contestare o considerarle false. È così che devo essere anche le nostre opere.

Quando Dio creò il cielo, la Terra, gli astri, la natura, le specie animali, ha posto in evidenza le opere che non hanno avuto alcuna partecipazione umana, giustamente perché l’uomo riconoscesse che vi era un Essere Superiore a lui nell’Universo. La Creazione in se è l’evidenza più ovvia che Dio esiste ed è Onnipotente.

Ma lei non è l’unica prova di ciò. Dio ha anche fatto e fa per dimostrare che è reale attraverso della fede sacrificale manifestata dall’essere umano. Si, Egli ha creato questa fede, che ha reso possibile l’apertura del Mar Rosso, la sentenza delle dieci piaghe in Egitto, la discesa del fuoco dal cielo e tanti altri avvenimenti soprannaturali. La Grandezza di Dio è rivelata da altre persone con la pratica di questa vera fede, che si riassume in sacrificio.

Inoltre, i miracoli realizzati dal Signor Gesù e da tutti quelli che credono in Lui sono altri fatti che vanno oltre la teoria e le registrazioni.
Diventarono e sono diventati visibili, udibili e palpabili per tutti. Guarigioni, liberazioni, risuscitamenti di morti e la propria resurrezione di Gesù hanno parlato e continuano a parlare molto di più di qualunque altra parola riguardo l’esistenza e della fedeltà del Dio Supremo. Senza contare la discesa dello spirito Santo, che è manifesta con i frutti e doni.

Se Lui ci ha lasciato così tanti segni della Sua esistenza, fedeltà e del compimento della Sua Parola, è anche necessario che facciamo lo stesso. Dobbiamo provare l’esistenza dell’alleanza che abbiamo con Lui attraverso i fatti, e non con parole vuote!

Dopo il matrimonio, un’alleanza (anello) è posta al dito dell’uomo e della donna. Questa è un segno della consegna reciproca: ovunque sono entrambi, loro ricordano che hanno un impegno verso l’altro, ed anche le altre persone lo comprendono vedendo questo segno nella mano sinistra. Con Dio è la stessa cosa. Ci deve essere un segno che prova l’esistenza dell’alleanza tra la persona e Dio. La decima illustra benissimo questo segno. L’atto di restituire le primizie a Dio è segno di fedeltà di qualcuno verso Lui, e le benedizioni versate sono segni che anche l’Altissimo è fedele verso questa persona. Il carattere, la condotta, il comportamento, le scelte fatte da un essere umano, sono anche questi segni che provano l’esistenza di un compromesso con Dio o l’assenza di questo.

Così come le Opere di Dio sono incontestabili a nostro rispetto, anche le nostre opere devono essere incontestabili rispetto a Lui: tutti devono appurare con i loro occhi, orecchi e tatto che apparteniamo a Dio, che abbiamo un voto di fedeltà con Lui. Ma, se nella tua vita non ci sono segni di un compromesso con Dio, allora questo compromesso non esiste. Senza fatti, lui è contestabile, confutabile, dubbioso, irreale.

Vescovo Romualdo

Amore per il prossimo

Amore al prossimo nella prigione femminile 



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15/10/15

E dopo l’Hermom? (Parte 2)


Pulisci la tua immagine davanti a Dio! Nel sdraiarti, digli: “Mio Dio perdonami! Perdonami come io, ho perdonato coloro che mi hanno offeso! Abbi misericordia di me! Ho sbagliato, lo so di aver peccato tutti i giorni, sono consapevole! So di aver sbagliato, perché non vi è perfezione in me! Ma io ti chiedo, perdonami! E per quelli che ho commesso consapevolmente, che io, sono entrato in tentazione! ….”
… vedi, entrare in tentazione, peccare consapevolmente, tu sai, che sei tentato guardando con malocchi! E tu guardi!

Tu non sei caduto in tentazione, tu sei entrato in tentazione!
Ti sei sentito sedotto dal sesso opposto, per una persona che è lì dove lavori, un vicino o perfino in Chiesa!

Tu alimenti quel pensiero, quella fantasia, tu stai entrando in tentazione, …. “Non ho avuto nulla con lei!”
Non l’hai avuto fisicamente, ma spiritualmente tu hai già peccato!

State capendo?

Tu stai entrando in tentazione, una persona ti ha fatto del male e tu, stai nutrendo un sentimento di vendetta!

Tu stai entrando in tentazione, tu hai percepito il pericolo, e lo hai ignorato!
“Io non cadrò! Sono forte, io non peccherò!”

Tu hai già peccato, perché sei entrato, sei entrato in tentazione!
Questo dimostra mancanza di TIMORE!
Tu hai bisogno di disintossicarti!
Come Gesù che saliva sul monte, per pregare!
Pur essendo Dio! Per disintossicarsi di tutto ciò che vedeva, sentiva, e sapeva ciò che le persone stavano pensando e sentendo!

Immagina soltanto, quanto Gesù non avesse necessità di auto – pulirsi! Vigilando.

Il Signor Gesù, pur essendo Battezzato nelle Acque, pur essendo Battezzato con lo Spirito Santo, pur essendo, Fedele a Dio, Obbediente a Dio fino alla morte e, alla morte in Croce!
Lui è andato al monte Hermom!
Lui era andato al Monte degli Ulivi, al Getsemani.
Lui andò al monte Calvario, io vi domando, è possibile che anche tu ed io ci dobbiamo andare?

Ma io sono stato già Battezzato con lo Spirito Santo, ma io sono collaboratore, io sono aiutante collaboratore, io sono evangelista, io sono un membro fervente, io seguo Gesù già da molti anni!

Amico mio, se tu ti escludi dal monte della Trasfigurazione, tu ti escluderai anche dal monte, dalla difficoltà, dalla tribolazione, dove tu suderai sangue, dal monte degli Ulivi, dal Getsemani, tu fuggirai dal monte Calvario!

Se tu guardi il monte Calvario, tu svierai! Come ha fatto Giuda ed altri, che non vale la pena menzionare!
Ma, vedi che Egli disse, “…la Mia anima è profondamente triste fino alla morte, restate qui e vigilate!
Nel senso, prega con me, cerca con me, investi nella tua vita spirituale! Perché voi ne avete bisogno! Io sono qui per voi!
E avvicinandosi un po’, …
Vedete, la nostra vita spirituale è personale!
La nostra vita spirituale, il nostro ministero, la nostra comunione con Dio è, qualcosa prettamente individuale!

Il pastore può aiutarti, il vescovo, i collaboratori, i membri, … ma esistono momenti che è necessario che sii solo tu e Lui!
E se in Chiesa, in Chiesa, le persone cantano, gridano, con fervore, tu resti in silenzio, tu non cerchi, tu non ti sforzi, tu non versi il tuo essere, tu non affliggi la tua anima, e questo perché tu sei già entrato in tentazione!

Tu continui con il titolo di collaboratore, di pastore, tu continui con il titolo di membro, di cristiano, di evangelico, ma di figlio di Dio, tu non lo sei già più, tu sei già entrato in tentazione, già non vigili più, già non cerchi più, tu non ti apparti solo per esternare ciò che solo tu puoi esternare! E che tu sai quello che entra dentro di te, se tu non lo butti fuori, lo Spirito Santo non entrerà, Lui non entra!

Dio è con te e anch’io!

Vescovo Julio Freitas/ IURD


E dopo l’Hermom? (Parte 1)



Mi piacerebbe che voi ragazzi, signore, signori e signorine, prestasse molta attenzione in ciò che verrà detto qui, adesso!
Nel Vangelo di Marco, capitolo 14, versetto 32, dice così il Sacro Testo:

Poi essi arrivarono ad un luogo chiamato Getsemani;
Getsemani era uno spazio sul monte degli Ulivi. Il Getsemani era la parte più alta del monte degli Ulivi. Gesù giustamente andò in questo luogo, e allora … perché allora?

Perché prima, che il Signor Gesù andasse al Getsemani, al monte degli Ulivi, in questa occasione, Lui andò ad un altro monte, Lui salì un altro monte, che fu il monte della Trasfigurazione! Il monte Hermom, dove Lui è stato rivelato per ciò che Egli era, è e sempre sarà … Dio!

Invincibile, Infinito, Onnipotente, Colui che sussiste. E dopo del Monte, del Getsemani, il Signor Gesù partì per andare al terzo monte. Lui è stato su tre monti, Monte Hermom, Monte degli Ulivi o Getsemani e il Monte Calvario!

Prima che il Signor Gesù andò sul Monte Calvario, che è morto per me, per te, per caricare su di Se i nostri peccati, perché fossimo perdonati, e di conseguenza salvi, Lui andò per prima sul monte della Trasfigurazione, il monte Hermom, e subito dopo, passati alcuni giorni, il monte successivo è stato il monte degli Ulivi! Getsemani, si trova sul monte degli Ulivi!

Lui andò in questo luogo, e portò sul monte, chiamò al monte degli Ulivi i Suoi discepoli. Ma non tutti giunsero al Getsemani, e guarda se non è vero!

Giunti lì, Gesù disse ai suoi discepoli, sedetevi qui, mentre Io vado a Pregare!
Quanti discepoli si è portato con se Gesù in questa occasione?
Qui lui si è portato con se 11!
L’unico che mancava qui, era Giuda, perché lui si era già ritirato durante la Santa Cena, quando Gesù gli diede il pane intriso, vi ricordate?

Questo è stato dopo della Santa Cena. Ancora sera, in quella stessa sera, adesso, Gesù diceva, a nove dei Suoi discepoli, nove! Di restare lì, giustamente a coloro che non erano saliti sul monte, Hermom.

Quando Gesù arrivò al monte Hermom, Lui chiamò in privato, soltanto tre: La FEDE, rappresentata da Pietro; la Fede della SFIDA, la Fede violenta, Lui chiamò Giacomo, che presenta l’OBBEDIENZA, che rappresenta la PERSEVERANZA e, Giovanni, che rappresenta l’AMORE, la FEDELTÀ!

Ognuno rappresentava queste caratteristiche, che Dio cerca in tutti noi, che LO chiamiamo di Signore!

Chi dice: “Gesù, Signore”, deve manifestare queste caratteristiche: la FEDE, l’OBBEDIENZA e l’AMORE, la SFIDA, la PERSEVERANZA e la FEDELTÀ.

Ma Gesù non ordinò che tutti restassero lì, rimasero lì soltanto nove, guarda nel versetto 33, “Quindi prese con sé la FEDE, la OBBEDIENZA e la FEDELTÀ, e cominciò ad essere preso da timore e angoscia”

Perché Lui stava essendo preso dalla paura e dall’angoscia?

Perché adesso, il Signor Gesù si sarebbe separato da Dio, proprio da Lui, a causa dei nostri peccati, perché tu ed io, fossimo?….
Perdonati e Salvi!

Egli disse alla FEDE, disse all’OBBEDIENZA, disse all’AMORE; Pietro, Giacomo e Giovanni.
La Mia anima è profondamente triste, fino alla morte! Restate qui, e vigilate!

Il signor Gesù, …. Ascolta per favore …
Se tu leggi due capitoli precedenti a questo, tu vedrai il Signor Gesù parlare di una cosa molto importante, che molte persone non fanno caso, …
Lui disse, vigilate, perché non entriate in tentazione!

Ai Suoi discepoli, Lui disse, vigilate per non entrare in tentazione!
Ma a chi devo vigilare?
A te stesso! Ai tuoi sentimenti, alle tue emozioni, ai pensieri, alle circostanze, alle cose che accadono e che sfuggono al tuo controllo! E devi anche vigilare gli altri! Si o no?

No! Devi vigilare te stesso. Tu non puoi controllare gli altri e ne le situazioni, ne le circostanze, ma, tu come me, possiamo controllare quello che pensiamo, quello che diremo o quello che faremo e come andremo a reagire!

Una cosa è chiedere a Dio di liberarti dal cadere in tentazione!
Commettere errori, che tutti noi commettiamo! Nessuno può alzare la mano per dire io non ho peccato!

Tu puoi non aver ucciso, commesso adulterio, rubato, mentito, puoi non aver commesso peccati grotteschi, ma di sicuro tu come me hai peccato in qualcosa! Non è vero?
Perché non vi è perfezione in noi! Perciò cadiamo in peccato, per questo tutti i giorni, chi è intelligente, chi ha una fede biblica, tutti i giorni, che cosa chiede a Dio?

PERDONO!!!

Dio è con te e anch’io

Vescovo Julio Freitas/ IURD

13/10/15

Una chance-FGI Roma

Mañana puede ser muy tarde - Noche de la Salvación -



¿Qué pasa al morir?


La muerte puede sobrevenir en menos de un segundo o ser el final de una larga agonía. Ser el resultado de un suicidio (acto abominable a los ojos de Dios), fruto de un accidente, enfermedad o debido a causas naturales. Sin embargo, hay aspectos por lo que la mayoría atraviesa al morir: el cuerpo inicia un proceso de descomposición, el espíritu (aliento de vida) vuelve a Dios y el alma (la esencia de la persona) se dirige al lugar que haya escogido a través de sus decisiones.


Cuerpo, espíritu y alma: ¿Qué pasa al morir?


El corazón se detiene, el cerebro cesa su actividad y en un último respiro se pierde el contacto con el mundo. Es espíritu, aliento de vida, que nos mantiene conectados a este mundo material, se va. Las células ya no reciben oxígeno y poco a poco mueren también. La sangre se acumula donde la gravedad la atraiga y el calcio provoca rigidez en los músculos. Pero después del último aliento ya no hay control sobre las ideas. Es como un apagón. Todo, simplemente, deja de funcionar.


La Biblia dice que ángeles van al encuentro de las almas que en vida mantuvieron una buena relación con Dios (que supieron amarlo, obedecerlo, respetarlo, pedir y recibir su perdón). Toman esa alma y la conducen a un lugar de descanso, la antesala del Cielo. Lee Lucas 16:19 al 31.


Sin embargo, los demonios son los encargados de arrastrar al infierno, la antesala del Lago de Fuego, a las almas de quienes no aprovecharon la vida para conocer, amar y seguir los consejos de Dios…


Y de ambos destinos no hay vuelta atrás…


Dios es justo y misericordioso, pero también es puro y no puede recibir en el Cielo a quienes no buscaron estar limpios de sus pecados antes de morir. Y debido a lo súbito de la muerte, no es prudente esperar hasta el último momento para solicitar perdón, tampoco lo es arriesgarse a vivir pecando.


Aprovecha la vida, vive bien, vive con Dios. Con Él tendrás todo lo necesario para ser feliz aquí y en la eternidad.


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