25/12/09

la felicità ...



la felicità è un modo di essere: non c’è nessun motivo per essere felici,
 nel senso che non c’è nessun motivo per non esserlo.
Per cui bè, puoi iniziare subito ad essere felice, dai, non c’è bisogno di un perché!



Il falco pigro.

Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli
al Maestro di Falconeria perché li addestrasse.
Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.
"E l'altro?" chiese il re.
"-Mi dispiace, sire, ma l'altro falco si comporta stranamente;
forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare.
Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell'albero su cui è stato posato il primo giorno.
Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo".
Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco.
Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno potè schiodare il falco dal suo ramo.
Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull'albero, giorno e notte.
Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.
Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino.
"-Portatemi l'autore di questo miracolo" ordinò.
Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.
"-Tu hai fatto volare il falco?
-Come hai fatto?
-Sei un mago, per caso?"
gli chiese il re.
Intimidito e felice, il giovane spiegò:
"-Non è stato difficile, maestà.
Io ho semplicemente tagliato il ramo.
Il falco si è reso conto di avere le ali ed ha incominciato a volare".
Talvolta, Dio permette a qualcuno di tagliare il ramo a cui siamo tenacemente attaccati,
affinché ci rendiamo conto di avere le ali.

16/12/09

il dolce aroma del caffè




"- Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili.


Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta.

Era stanca di lottare.

Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un altro.



Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro.

Lì, riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco.

Quando l'acqua nelle tre pentole iniziò a bollire, in una collocò alcune carote, in un'altra collocò delle uova e nell'ultima collocò dei grani di caffè. Lasciò bollire l'acqua senza dire parola.



La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre....

Dopo venti minuti il padre spense il fuoco.

Tirò fuori le carote e le collocò in un piatto.

Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto.

Finalmente, colò il caffè e lo mise in una scodella.

Guardando sua figlia le disse: "Cara figlia mia, carote, uova o caffè?"



La fece avvicinare e le chiese che toccasse le carote, ella lo fece e notò che erano soffici; dopo le chiese di prendere un uovo e di romperlo mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l'uovo sodo.
Dopo le chiese che provasse a bere il caffè, ella sorrise mentre godeva del suo ricco aroma.

 Umilmente la figlia domandò:
"-Cosa significa questo, padre?"

Egli le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, "l'acqua bollente", ma avevano reagito in maniera differente.



La carota arrivò all'acqua forte, dura, superba; ma dopo essere passata per l'acqua, bollendo era diventata debole, facile da disfare. L'uovo era arrivato all'acqua fragile, il suo guscio fine proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato in acqua, bollendo, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffè, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l'acqua.



"Quale sei tu figlia?" le disse. "Quando l'avversità suona alla tua porta, come rispondi?"

"Sei una carota che sembra forte ma quando i problemi ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?"

"Sei un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una morte, una separazione, un licenziamento, un ostacolo durante il tragitto, diventa duro e rigido?

Esternamente ti vedi uguale, ma dentro sei amareggiata ed aspra con uno spirito ed un cuore indurito?"



"-O sei come un grano di caffè? Il caffè cambia l'acqua, l'elemento che gli causa dolore. Quando l'acqua arriva al punto di ebollizione il caffè raggiunge il suo migliore sapore."



"-Se sei come il grano di caffè, quando le cose si mettono peggio, tu reagisci in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai si che le cose che ti succedono migliorino, che esista sempre una luce che, davanti all'avversità, illumini la tua strada e quella della gente che ti circonda".



Per questo motivo non mancare mai di diffondere con la tua forza e la tua positività il "dolce aroma del caffè".

15/12/09

le tre domande




C’era un re che era solito porre tre domande a tutti coloro che andavano da lui.
 La prima domanda era:- "Chi è la persona migliore?
" La seconda era: -"Qual è il tempo migliore?";
e la terza: - "Qual è l'azione migliore?"


Il re era molto ansioso di conoscere le risposte a queste domande.

Un giorno, recatosi nella foresta, spostandosi fra colline e pianure,  vide un ashram e desiderò fermarsi colà per riposarsi.
 Giunto che fu al romitaggio, vide un sadhu che stava innaffiando le piante.
 L'anacoreta, notata la stanchezza del re,  interruppe il lavoro che stava facendo per corrergli incontro ed offrirgli frutta e acqua fresca.

In quello stesso istante un altro asceta trasportò all'âshram un uomo lacerato da numerose ferite su tutto il corpo ed il primo eremita gli andò incontro, disinfettò tutte le ferite del poveretto e vi applicò sopra delle erbe curative. Intanto lo confortava con parole di consolazione.

Il re voleva ringraziare ed andarsene e l'anacoreta gli diede la sua benedi zione; ma al re erano rimaste insolute le sue tre domande ed era curioso di sapere se il sàdhu l'avrebbe potuto illuminare su quelle questioni. L'eremita affermò che le risposte alle tre domande erano racchiuse nelle azioni a cui il re aveva appena assistito nell'âshram. Infatti
 – gli ricordò il sadhu – quando il re arrivò al monastero, egli stava innaffiando le piante, e quello era il suo dovere.
A quel punto, vedendo il re, il monaco aveva tralasciato il suo dovere ed era accorso dal re per ristorarlo con frutta ed acqua; ciò era pienamente rispondente alla corretta tradizione sull'ospitalità.
Mentre stava placando la sete e le fatiche del sovrano, era arrivato all'ashram un altro individuo, coperto di ferite; perciò il monaco aveva la-sciato il compito di servire il re e si era apprestato a servire l'altra persona nel bisogno.

Chiunque venga da te per cercar aiuto, in quel momento è il miglior individuo.
Qualunque benessere tu possa procurargli ponendoti al suo servizio, quella è la migliore azione da compiere. E il momento presente, quando puoi fare qualcosa, è il più sacro di tutti i momenti.

Il pubblicitario ed il cieco

Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto:
"-Sono cieco, aiutatemi per favore"
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose:
"-Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo".
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
"-Oggi è primavera e io non posso vederla".
MORALE:
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.

07/12/09

Gli ostacoli




"-Non sono gli ostacoli che determinano i risultati,

Ma, la capacità di reagire in modo positivo di fronte agli ostacoli. ..."

05/12/09

Una bella storia da leggere.

Due uomini, entrambi gravemente ammalati, occupavano la stessa stanza di ospedale.
A uno dei due era permesso di drizzarsi a sedere per un’ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi nei polmoni.
Il suo letto era proprio accanto l’unica finestra della stanza.
L’altro uomo invece doveva starsene sdraiato tutto il tempo sulla schiena.
I due uomini chiacchieravano all’infinito,
parlavano delle loro mogli e le loro famiglie, la loro casa, il lavoro, l’impegno del servizio militare, o dove avevano passato le vacanze.
Ogni pomeriggio, l’uomo vicino alla finestra, quando poteva stare seduto, passava il tempo
a descrivere al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori,
tanto che l’altro cominciò a vivere solo per quei periodi di una ora quando il suo mondo
si sarebbe allargato e ravvivato da tutta l’attività e il colore dell’universo là fuori. La finestra dava su un parco con un laghetto delizioso.
Anatre e cigni giocavano sull’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barchette.
Giovani coppie di innamorati camminavano abbracciati in mezzo a fiori di tutti i colori,
mentre si poteva vedere in lontananza una bellissima vista della città. Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva questi squisiti dettagli,
l’altro chiudeva gli occhi immaginando la pittoresca scena.
Un caldo pomeriggio, l’uomo alla finestra descrisse il passaggio di una banda.
Sebbene egli non potesse sentirla, poteva vederla con l’occhio della sua mente mentre il compagno di stanza vicino alla finestra gliela rappresentava con parole ricche di particolari. Giorni e settimane passarono.
Un mattino, entro’ l’infermiera di turno con dell’acqua perché si lavassero, ma trovò l’uomo vicino alla finestra privo di vita, sembrava fosse morto nel sonno, pieno di pace.
L’infermiera si rattristò molto e chiamò i portantini per portar via il corpo.
Appena gli sembrò opportuno, l’altro uomo chiese se poteva essere spostato vicino alla finestra. L’infermiera fu felice di accontentarlo e, assicuratasi che tutto fosse a posto, lo lasciò solo.
Lentamente, l’uomo si tirò su a fatica su un gomito e si sforzò pian piano per girarsi verso la finestra per guardare fuori.
Davanti alla finestra non c’era che un muro bianco.
L’uomo chiamò l’infermiera e le domandò cosa avesse potuto spingere il compagno scomparso a descrivere quelle cose meravigliose fuori della finestra.
L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non avrebbe potuto vedere neanche il muro.
Forse, disse, voleva solo incoraggiarla….
**Conclusione** "-C’è tanta felicità nel rendere gli altri felici, nonostante la nostra propria situazione.
Dividere i dispiaceri li mitiga, ma dividere la gioia, la raddoppia…
Se vuoi sentirti ricco, elenca tutte le cose che hai che il denaro non puo’ comprare.
“-L’oggi è un presente, ecco perché si chiama presente"

03/12/09

Quando finisce la notte.

Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi da che cosa si potesse riconoscere
il momento preciso in cui finiva la notte e cominciava il giorno.
"-Forse da quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora?".
"-No"
disse il rabbino.
"-Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?".
"No!"
ripeté il rabbino.
"-Ma quand'è, allora?"
domandarono gli allievi.
Il rabbino rispose:
"E' quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella.
Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore".
"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli"
(Martin Luther King).

02/12/09

La malattia più grave.

Un giorno, a un luminare della medicina venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo.
I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l'infarto.
Grande fu lo stupore generale quando lo scienziato rispose:
"-L'indifferenza!"
Tutti allora si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato.
Infine gli domandarono quale ne fosse la cura.
E lo scienziato disse:
-"Accorgersene! "

01/12/09

Che parole? (Blandine)


Un uomo, preoccupato perché il suo matrimonio era in crisi, si recò a chiedere consiglio da un famoso maestro.
Questi lo ascoltò e poi gli disse:
"-Devi imparare ad ascoltare tua moglie".
L'uomo prese a cuòre questo consiglio e tornò dopo un mese per dire che aveva ascoltato ogni parola che la moglie dicesse.
Il maestro gli disse sorridendo:
-"Ora torna a casa e ascolta ogni parola che non dice".
Che parole bisogna dire per dare gioia?
Che parole bisogna dire per dare felicità?
Bisogna dire amicizia?
Bisogna dire concordia?
Bisogna dire anche libertà?
O bisogna prenderti la mano?
Che parole bisogna dire per dare Amore?
Che parole bisogna dire per dare tenerezza?
Bisogna dire ti amo?
Bisogna dire sempre?
Bisogna dire anche bambini?
O bisogna prenderti la mano?
Che parole bisogna dire?
Che parole?
E se non dico niente, se taccio?
Se ti guardo semplicemente
E se ti sorrido
Allora la mia mano prenderà da sola la tua
E tu sentirai queste parole
Nel mio silenzio...

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