19/06/15

Analogia di vita dopo la morte

Analogia  di vita dopo la morte

Uno scrittore ungherese ha spiegato l’esistenza del Dio invisibile con un’ottima analogia :

Nel ventre di una mamma c’erano due bambini. Uno chiese all’altro :” Credi nella vita dopo il parto?”

L’altro rispose:” Ovvio. Ci dovrà essere qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per ciò che verrà dopo”

“Stupidaggine”, disse il primo. “Non c’è vita dopo il parto. Che tipo di vita potrebbe essere?”

Il secondo disse:
” Non lo so, ma ci sarà più luce che qui. Forse riusciremo a camminare con le nostre gambe e mangiare con la nostra bocca. Forse avremo altri sensi che non possiamo avere ora”

Il primo rispose:
“Questo è assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca?
Ridicolo! Il cordone ombelicale ci fornisce nutrimento e tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ma il cordone ombelicale è molto corto. La vita dopo il parto logicamente è fuori questione.”

Il secondo insistette: ” Bene. Io penso che c’è qualcosa, e forse è diverso da qui. Forse non avremo più bisogno di questo tubo fisico.”

Il primo rispose: ” Stupidaggine. E oltre a questo, anche se ci fosse la vita dopo il parto, perché non è mai tornato nessuno da là?
Il parto è la fine della vita, e nel dopo-parto non c’è niente oltre all’oscurità, al silenzio e alla dimenticanza. Non ci porta in nessun posto.”

“Bene, io non so”, disse il secondo, “ma sicuramente incontreremo la Mamma e lei si prenderà cura di noi”

Il primo rispose:” Mamma?
Tu davvero credi nella Mamma?
Questo è ridicolo. Se la Mamma esistesse, dov’è adesso?”

Il secondo disse: “Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo suoi. È in lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere.”

Il primo disse:” Bene, io non posso vederla, quindi è logico che lei non esiste.”

È così il secondo rispose:” A volte, quando sei in silenzio, se ti concentrassi e realmente ascoltassi, potresti percepire la sua presenza, e potresti ascoltare la sua voce amorosa, là sopra.”

– Utmutato a Léleknek

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La Parola e la Fede

La Parola e la Fede

Il testo sacro afferma che quando Gesù sbarcò a Cafarnaum, città di Pietro, il primo miracolo realizzato in quel luogo fu la liberazione di un uomo posseduto, liberato dal potere della Parola. Tutti rimasero sbalorditi e dissero tra sé e sé:
“Che parola è questa?”
La Sua fama si spargeva in tutti i luoghi, e arrivò anche a Pietro. Andando via da lì, Gesù andò a casa di Simon Pietro e con la stessa Parola, guarì sua suocera.

In quella città, con il potere della Parola, molti furono guariti e liberati. Arrivò anche il momento in cui Pietro sperimentò il potere di questa Parola. Tornando da una notte di pesca deludente, Gesù gli disse:
“…Prendi il largo, e gettate le reti per pescare.”Luca 5.4

Dover tornare al largo dopo una notte intera sveglio doveva essere un grande sacrificio. In quel momento, la voce della fede naturale diede a Pietro delle ragioni e dei motivi per non tornare a fare ciò che aveva già fatto, e che non era andata bene.

La fede naturale diceva che l’ora della pesca era di notte e non di giorno.
La fede naturale mostrava la sua esperienza dopo tanti anni di pesca – poiché Pietro conosceva il lago come nessun altro.
La fede naturale mostrava che un falegname, professione di “Gesù uomo”, non poteva insegnare a un pescatore a pescare.

In obbedienza alla voce della fede naturale, Pietro disse a Gesù:
“Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla…” Luca 5.5

Ma, in quel momento, la Fede Sovrannaturale lo fece riflettere. Fu questa Parola a liberare l’uomo indemoniato. Questa stessa Parola guarì sua suocera.Fu con la Parola che molti malati e prigionieri furono liberati.

Allora Pietro voltò le spalle alla voce della fede naturale e completò : ”Ma, sulla Tua Parola, che liberò l’indemoniato e che guarì mia suocera, io lancerò la mia rete”.

Pietro tornò a fare quello che aveva già fatto con la sua capacità, e che non era andata bene. Però, questa volta, le reti furono riempite, quasi al punto di rompersi.

“Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore.” Luca 5.8

Il motivo della sua perplessità fu per la sua conoscenza del lago, perché sapeva che in tutto questo  tempo lì, non aveva mai visto niente di simile:che qualcuno  trovasse una così grande quantità di pesci – per quanto buona possa essere stata la notte.

La Fede Sovrannaturale ci vuole sorprendere e ha sorpreso quelli che le obbediscono. Chi obbedisce alla Sua Parola.

Poiché, chi vive per la Fede Sovrannaturale crede nell’impossibile e vede l’invisibile.

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Le vesti nuziali

Le vesti nuziali

Premiazioni e commemorazioni lussuosi. Tappeto rosso, decorazione impeccabile e menù raffinato. Gli occhi delle persone brillano al vedere le immagini delle grandi feste realizzate dal mondo di fuori. La maggior parte darebbe di tutto per potervi partecipare.

Ma sappiamo che, per essere invitato, è necessario avere una serie di requisiti, che coinvolgono la reputazione, abbigliamento e comportamento. Non basta essere una celebrità, ma è necessario rispettare le regole stabilite per la festa. Se qualcuno non le osserva, nonostante sia stato invitato, non entra e, quando riesce ad entrare, non ci resta.

Sono molte le condizioni che devono essere rispettate per partecipare alle feste di questo mondo. Ma, per partecipare alla festa del Regno dei Cieli, che è la più grande di tutte le feste, esiste solo un’esigenza! La Bibbia mostra qual è e come funziona questa festa celestiale:

Andate dunque sui crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete.. E quei servitori, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu ripiena di commensali. Or il re, entrato per vedere quelli che erano a tavola,notò quivi un uomo che non vestiva l’abito di nozze. E gli disse: Amico, come sei entrato qua senza aver un abito da nozze? E colui ebbe la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori.Ivi sarà il pianto e lo stridore de’ denti. Matteo 22:9-13

È chiaro che l’unica regola indispensabile stabilita dall’Organizzatore della festa è essere vestiti con le vesti nuziali. Ma cosa sono queste vesti?

Sappiamo che gli abiti di una persona dicono molto su questa persona, ma, soprattutto, mostrano l’importanza che questa persona dà ad una determinata occasione. Essendo così, cosa userebbe Dio per confermare se qualcuno dà la dovuta importanza alla festa che Lui promuove, oltre la sua fede?
Le vesti nuziali rappresentano la fede che è manifestata.

C’è chi arriva alla porta della festa celestiale, ma non riesce ad entrare. Ci sono anche quelli che, come nell’esempio dato dal Signore Gesù, riescono ad entrare ma non riescono a restare alla festa. Questo accade semplicemente perché questi due tipi di persone non hanno avuto fede.

Chi va pieno di fede e chi no, può anche non essere distinto dagli uomini, ma è facilmente identificato da Dio. È come se uno avesse un completo di gala e l’altro vestiti stropicciati. Il primo, indipendentemente dall’essere buono o cattivo, diventa degno di partecipare alla festa. Il secondo, indipendentemente dall’essere buono o cattivo, si rende indegno di poter godere della commemorazione. Questi, pur riuscendo ad entrare, sarà identificato e rimosso velocemente dall’Organizzatore della festa.

Il Re invita tutti, assolutamente tutti alla Sua grande festa che avverrà domenica, 21 giugno. Una festa così riservata, ma, allo stesso tempo, tanto accessibile.

Basta seguire un’unica regola: andare vestito di fede. Tutti quelli che osserveranno questa semplice esigenza godranno di un banchetto diverso e superiore a tutto ciò che questo mondo può offrire.

E la parte migliore: questo banchetto rimarrà disponibile per lui tutti i giorni della sua vita! Ma, chi non sarà capace di osservare questa regola così semplice, rimarrà fuori o sarà espulso dal proprio Re.

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