30/01/15

Perde chi guadagna, guadagna chi perde


Vescovo, mi chiamo André e so dell’importanza dello Spirito Santo, poiché arrivai in Chiesa come arriva la maggior parte, con la vita distrutta, vivendo ospite, famiglia distrutta, depresso, ammalato. Ma, per mezzo dei voti e fedeltà nelle decime iniziai a risolvere i problemi, prosperai misi su un’attività, conquistai due negozi, fui guarito, la famiglia restaurata. Tutto per la fede.

E con il tempo, per essere deciso, fui innalzato a collaboratore, ma riconosco che non avevo il più importante, che era lo Spirito Santo. Facevo l’Opera, ma ero vuoto. Ero perfino molto utile, ma un giorno, a causa di una incomprensione con un membro, fui ripreso dal mio pastore, rimasi rancoroso e mi allontanai.

E come tutte le persone che si allontanano, tornai ad avere una vita distrutta, in ogni senso. Passai ad relazionarmi con altre donne al di fuori del matrimonio. Un giorno una di loro manifestò sul letto, nel momento della relazione, e il diavolo iniziò a dire tutto della mia vita, oltre ad aggredirmi fisicamente. In quel giorno non seppi cosa fare, poiché lì non avevo nessuna autorità per riprendere quel male, e lì vidi la miseria spirituale in cui mi trovavo. Pensai in tutto ciò che avevo vissuto in Chiesa. Conoscevo la Parola, sapevo della Verità, avevo fatto l’Opera, avevo aiutato persone, e adesso ero lì, la merce del diavolo.

In quel momento pensai in Dio, e la donna tornò in se. Mi rivestii e uscii da lì correndo per la Chiesa. Durante il tragitto vennero vari pensieri nella mia mente mentre guidavo, pensieri che avrei battuto con la macchina e che sarei finito all’inferno; pensieri che Dio non mi avrebbe perdonato. Ma riuscii a giungere in Chiesa, ma la stessa stava per chiudere, con le porte praticamente chiuse. Ma dal tanto insistere, i collaboratori chiamarono il pastore ed egli mi ricevette. Mostrai i graffi che il diavolo mi aveva lasciato e raccontai a lui ciò che mi era accaduto e che io ero un ex – collaboratore. Lui pregò per me e mi orientò. Tornai a frequentare le riunioni, ma confesso che ero ancora debole, con il desiderio di ritornare al mondo e di prostituirmi. E finii col cadere nuovamente.

Ma venne il primo “Digiuno di Daniele” e decisi di gettarmi di corpo, anima e spirito. Rinunciai a tutto ciò che mi allontanava da Dio e che distoglieva la mia attenzione da Lui.

Ricordo che avevo un negozio che era fallito, per questo era chiuso, e tutti i giorni, al momento della preghiera che lei faceva in radio, io andavo là, perché era l’unico luogo dove potevo restare solo con Dio. E lì, pregando insieme a lei alla radio, io ebbi un incontro con Dio, e dall’ora non sono stato più lo stesso. Stavo vivendo il momento peggiore della mia vita esteriormente, poiché avevo perso tutto. Stavo subendo le minacce degli usurai, con i beni pignorati, figli nelle droghe, figlia nel lesbismo, matrimonio distrutto. Ma in quel momento ricevetti una pace che mai avevo provato prima. Stavo vivendo l’inferno dalla parte esterna, ma con il cielo dentro di me.

Al contrario di quello che feci la prima volta, adesso diedi la priorità allo spirituale, e come conseguenza nacqui da Dio.

Oggi sono collaboratore, ho estinto i debiti, ho una famiglia benedetta. Non ho ancora riconquistato tutto ciò che persi, ma oggi ho il più importante, la presenza del mio Dio.

Grazie vescovo, per essere stato lo strumento usato da Dio per portare la direzione del “Digiuno di Daniele”, perché credo che senza di lui io sarei morto. Quel che è peggio con l’anima all’inferno!

André Ramos

Blog Vescovo Macedo
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