03/02/15

Il valore dell’Altare


Salve, vescovo!

Qui è Igor, il ragazzo che lei ha ricevuto quest’ultimo martedì.

Voglio informarla attraverso di questa e-mail che ho già messo in pratica l’orientamento che mi dato durante la nostra conversazione quest’ultimo martedì. E mi sto sentendo veramente meglio. Ho telefonato a Jessica davanti a mia moglie e le ho parlato. Le chiesi perdono per tutto ciò che accadde e le dissi che sarei felice se lei, come me, lottasse per ribaltare la situazione. Lei mi rispose che sta lottando per la sua Salvezza e che è decisa in chiesa. Anche lei mi ha chiesto scusa e, grazie a Dio, mi sto sentendo meglio.

Non avrei mai immaginato che un giorno avrei passato tutto questo. Sono sempre stato uno dell’altare, non ho mai avuto molti amici – principalmente se la persona aveva un comportamento sbagliato – non sono mai stato un donnaiolo, neanche quando stavo nel mondo, e in chiesa non avevo l’abitudine di ricevere donne. Per pensare che io non sarei mai caduto a causa di una donna, sottovalutai il diavolo, e nell’unica volta che io feci questo tipo di controllo, caddi in questa trappola.

Ho sempre cercato di dedicarmi alle cose di Dio, e non capisco perché ho lasciato il diavolo derubarmi in questo modo. Ho sofferto molto a causa di tutto questo. Ho sofferto con le accuse della mia coscienza, ho sofferto con le accuse e rifiuto di molti che si mostravano miei amici – so di meritarmi questo, ho sofferto, principalmente, nel sapere che ho ferito il mio Signore che si è sempre preso cura di me, e ho sofferto per aver deluso persone che mi amavano e credevano che io fossi un uomo di Dio.

Non c’è stato un giorno che non abbia pianto, un dolore gigantesco prese la mia anima. Fu come lei predicò uno di questi giorni: le persone restano con un buco dentro loro, che non vi è nulla che riesce a colmare il vuoto che resta dentro al nostro cuore. Per questo, ho deciso insieme a mia moglie di fare una pazzia sull’Altare, nel Fuoco Santo. Abbiamo fatto e chiesto a Dio che Egli riparasse questa tragedia e che Lui non si allontanasse da me, e che in futuro, mi desse le condizioni di serviLO nuovamente.

Approfittai di questo momento di tristezza e angoscia per umiliarmi davanti a Dio, cercarLO come mai cercai, misi tutta la mia forza.

Quello che ho sofferto in quest’ultimi tre mesi, non li ho sofferti neanche quando non conoscevo Gesù, ma in nessun momento ho mai pensato di abbandonare la fede o di andare in chiesa, anche se apparivano sempre gli inviti del diavolo, perché il mio cuore è sull’Altare dell’Universale.

La mia vita si sta assestando, stiamo già lavorando e organizzando la nostra vita, ma resta un vuoto, il vuoto dell’Altare. Sono felice per aver riconquistato la fiducia del mio Dio e la mia Salvezza, ma sento un dolore, il dolore di aver perso una delle cose che più amavo, che era il privilegio di predicare l’Evangelo. Non desidero questo dolore per nessuno, ma sarebbe buono che molti pastori passassero ciò che io sto passando perché loro possano dare più valore all’Opera di Dio, poiché sto imparando a dare valore alle minime cose. Non permetterò mai più che il diavolo faccia ancora questo con me, perché adesso so che non posso chiudere gli occhi neanche per un secondo.

Sono maturato molto, e a volte sembra perfino che tre mesi siano poco tempo, ma io le dico che qui fuori un giorno è come se fosse un anno. Perfino oggi io non riesco ad approfittare di questa “libertà” che abbiamo qui fuori. Quando io stavo come pastore, vedevo i pastori raggianti quando guadagnavano tre giorni di riposo, incluso io stesso ero felice, e adesso sono qui dalla parte esterna e ho tutto il tempo per fare ciò che voglio, ma non riesco, non è divertente. Io darei tutta questa libertà per diventare nuovamente schiavo di Gesù.

Quando uscii dall’Opera, decisi che avrei affrontato tutto per avere la mia Salvezza di nuovo e, in futuro, una chance di poter fare di nuovo l’Opera, ed io sono in questa fede, vescovo. Siamo nel gruppo di evangelizzazione e nell’aula di ex-pastori. Mi sto ponendo a disposizione di Dio, poiché ho compreso in questa domenica, che dobbiamo stare ai piedi del grande IO SONO, e oggi riconosco che ho bisogno di Lui perché l’opera sia fatta. Ed io credo che sarà!

La ringrazio per avermi considerato, pur non meritarlo, e di aver letto questa e-mail.

Sto inviando lo stesso con l’unico obiettivo di chiarire ciò che mi è accaduto, perché so che l’Opera è dello Spirito Santo, e se l’uomo non mi ha abbandonato, quanto più Lui!

Confesso di esser rimasto sorpreso e molto felice del modo di come lei ci ha ricevuti in quest’ultimo martedì, perché non merito questo tipo di trattamento. Ancora una volta lei mi ha dimostrato di avere lo Spirito di Dio.

La ringrazio, vescovo!

Igor (E-mail inviata al vescovo Gonçalves)

Blog Vescovo Macedo
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