15/08/15

Da schiavi del Faraone a servi di Dio

Da schiavi del Faraone a servi di Dio

E gli Egiziani costrinsero i figli d’Israele a servire con asprezza, e amareggiarono la loro vita con una dura schiavitù, nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Li obbligavano a fare tutti questi lavori con asprezza. Esodo 1:13-14

Fu proprio il Faraone a invitare la famiglia di Giuseppe a vivere in Egitto Genesi 45:17-18. All'inizio erano soltanto 70 persone, Genesi 46:26-27, ma essi crebbero e si moltiplicarono tanto che gli egiziani si sentirono minacciati. Per tentare di detenere gli ebrei, loro usarono la tirannia e la schiavitù contro il popolo.

La schiavitù fu un segno che si mantenne per lungo tempo tra i popoli antichi, ma, in alcuni, è nota la crudeltà più accentuata come quella inflitta agli ebrei dopo che sorse il nuovo Faraone, che non conobbe Giuseppe.

Il re d’Egitto inflisse degli esaurienti lavori forzati ai figli d’Israele, che furono obbligati a costruire piramidi, città e canali di acqua. Oltre a questo, piantavano, coglievano e ancora raccoglievano paglia per produrre la materia con cui facevano i mattoni. Non importava se possedevano abilità, poiché non gli era permesso svolgere qualsiasi altra attività differente da quelle che gli era assegnata. Questo significa che loro erano soltanto semplici proprietà del Faraone.

In questo periodo Israele, può comprendere bene le implicazioni di una vita di dura servitù. Essendo schiavi, non avevano alcun diritto e neanche l’autonomia di prendere decisioni personali, alimentare i sogni o progettare il futuro. In realtà gli Israeliani erano obbligati a sottostare categoricamente all'autorità massima dell’Egitto.

Fino a quando la liberazione del giogo faraonico giunse dalle proprie mani di Dio Esodo 14.30 egiziani furono distrutti, sommersi dalle acque del mare Esodo 14:27-28; 15:19, poiché Israele era libero per servire esclusivamente all'Onnipotente.

Ora, lontano dalla schiavitù, dalle minacce e dall'umiliazione, il popolo si trovava davanti a un Dio che lo trattava con giustizia e rispetto, pronto a offrire sostentamento e sicurezza per sempre. La terra di Canaan apparteneva a Israele, e Israele apparteneva a Canaan perpetuamente. Oltre a questo, il suo nuovo Signore faceva gli israeliti così forti che nessun nemico poteva resistergli:

Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila, e i vostri nemici cadranno davanti a voi trafitti dalla spada. Io mi volgerò verso di voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò, e confermerò il mio patto con voi. Levitico 26:8-9

Mentre nella schiavitù il Faraone li indeboliva e umiliava, l’Altissimo li fortificava, li prosperava e li onorava davanti a tutti gli altri popoli.

Stando tutto ciò, chi non resterebbe eternamente riconoscente per vedere la sua vita e la sua famiglia in piena libertà, nell'aspettativa di un futuro trasformato? Israele però non fu così.

Sebbene il nuovo Signore avesse diritti sul popolo, e per questo esigere ciò che volesse, l’unica richiesta fatta fu che obbedissero ai Suoi comandamenti. Quest’obbedienza portava gli israeliti alla condizione di servi dell’Altissimo – servi liberi -, e questo li rendeva invincibili.

Tuttavia, invece di restare obbedienti alle leggi di Dio e grati per le Sue azioni, si ribellarono e indurirono il collo in molte situazioni. Nel deserto ad esempio, provocarono il Signore con lamenti e idolatria, mentre in Egitto obbedirono al re per 430 anni. La domanda è: sarà che gli israeliani sarebbero stati in grado di fare con il Faraone ciò che hanno fatto con Dio?

Israele non riuscì a mantenersi servo per sempre e, la sua ribellione provò l’ago del dolore. Quanto più si opponeva più l’ago, gli faceva male. Così perse l’onore, la terra e il privilegio di adorare nel Tempio, fino a divenire feccia del mondo. Questa è una lezione per tutti noi. Affinché nessuno sia disobbediente e continui a usufruire dei privilegi Divini 2 Samuele 7:14. Se Dio non ha risparmiato gli angeli ribelli e non ha risparmiato il Suo stesso Figlio, che non Gli ha mai disobbedito, come potrebbe risparmiare Israele con la sua ribellione?

In questo mondo essere servo di Dio è sinonimo di qualcuno d’insignificante, disprezzato e considerato come l’ultimo. Però, nel mondo spirituale, non esiste onore più grande che essere servo dell’Altissimo, come dice le Scritture: Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Giovanni 12:26 e Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.Matteo 20:16. Ed è questo, nel Regno di Dio, i veri servi avranno un posto di onore.

Spiritualmente parlando, anche noi siamo stati schiavi del “Faraone”, – in questo caso, il diavolo -, ed eravamo soggetti a tutti i tipi di sofferenza. Tuttavia, siamo stati ugualmente riscattati dal nostro Dio, e nulla di ciò che facciamo, è sufficiente per saldare il grande debito che Lui ha pagato per noi Matteo 18:24-27.

Per questo, ciò che ci resta, è essere un servo che ama tanto il suo Signore che fa un patto volontario di servirLo con grande lealtà, come avveniva in passato.

In quell'epoca, poveri e indebitati erano obbligati a servire per sei anni, ma, nel settimo, potevano andare via. Però, se in questo periodo si fossero affezionati al loro signore potevano scegliere di restare con lui per il resto della loro vita. Così, venivano portati alla presenza dei giudici perché gli fossero bucati gli lobi delle orecchi, mostrando, con questo, davanti a tutti e per sempre, la decisione presa: Io amo il mio padrone, mia moglie e i miei figli, e non voglio andarmene libero Esodo 21:5-6 In altre parole, diceva:”Sono del mio signore, lo servirò fino alla morte, volontariamente, e lui mi proteggerà”.

Questo servo con i buchi ai lobi degli orecchi non bisognava dire nulla – il segno sul loro corpo rivelava già chi era lui. Allo stesso modo oggi, il servo porta nella propria vita il segno percepibile che appartiene a Dio: il desiderio di Servirlo.

Il Signore Dio non ci obbliga a Servirlo. Però, desidera trovare persone con questa disposizione: che siano liberi, ma totalmente impegnati con Lui.

.

.